COREA DEL NORD. Le truppe d’Assalto di Kim preparano l’invasione di Seul

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L’11° Corpo dell’esercito nordcoreano, il cosiddetto “Corpo d’assalto”, sta riparando un campo di addestramento per simulare raid contro le principali strutture e installazioni sudcoreane.

Secondo quanto riporta Daily NK, la Corea del Nord starebbe ricostruendo simulacri di importanti strutture strategiche nell’area di Seul, tra cui l’ufficio del presidente sudcoreano nel quartiere Yongsan, in base alle informazioni raccolte di recente.

All’inizio di gennaio lo Stato Maggiore della Corea del Nord ha emesso un ordine al quartier generale del Corpo d’assalto a Tokchon, nella provincia di South Pyongan, invitandolo a ripristinare i simulacri di addestramento delle principali strutture sudcoreane. Il battaglione di ingegneria d’assalto sta ora eseguendo la costruzione.

Incaricato di infiltrarsi dietro le linee nemiche e di compiere omicidi, il Corpo d’Assalto ha nelle sue basi simulacri delle principali strutture sudcoreane. Anche il Reconnaissance General Bureau, Rgb, e altre unità di forze speciali dirette verso La Corea del Sud utilizzano queste strutture quando si addestrano a distruggere le installazioni sudcoreane.

Nel 2016 i media statali della Corea del Nord hanno riferito che il leader nordcoreano Kim Jong Un ha osservato un raid simulato dal battaglione di operazioni speciali dell’Unità 525 dell’11° Corpo.

Foto e video dell’epoca mostravano combattenti nordcoreani armati che facevano irruzione in un edificio che assomigliava alla residenza presidenziale sudcoreana Cheong Wa Dae.

All’interno dell’esercito nordcoreano si dice che il Rgb abbia ordinato le riparazioni al campo di addestramento per riflettere le informazioni ottenute dalle infiltrazioni di droni nella Corea del Sud.

Fonti dell’esercito nordcoreano hanno detto che gli Uav infiltrati in Corea del Sud il 26 dicembre avevano il compito di raccogliere informazioni sulle principali strutture sudcoreane che sono cambiate dopo il trasferimento dell’ufficio presidenziale sudcoreano a Yongsan, e che almeno uno dei droni è tornato dopo aver scattato foto dell’ufficio presidenziale e delle principali installazioni militari dallo spazio aereo sopra Yongsan. Le autorità militari sudcoreane hanno inizialmente negato che gli Uav nordcoreani infiltrati a Seoul siano entrati nello spazio aereo vicino all’ufficio presidenziale.

Tuttavia, in seguito hanno ammesso che uno dei droni è entrato nella no-fly zone P-73 sopra il centro di Seoul, sulla base di recenti analisi dettagliate.

Secondo quanto riferito dall’esercito il 5 gennaio, i vertici della Corea del Sud, tra cui il ministro della Difesa Lee Jong-sup e il Capo di Stato Maggiore congiunto Kim Seung-kyum, hanno riferito al presidente Yoon Suk-yeol il 4 gennaio che un Uav nordcoreano era penetrato nella zona di interdizione al volo P-73. La zona di interdizione al volo P-73 copre un raggio di 3,7 chilometri centrato sull’ufficio presidenziale e sulla sede del ministero della Difesa a Yongsan.

Secondo quanto riferito da un funzionario militare, il drone ha solo costeggiato il P-73, rimanendo lontano da Yongsan o dall’ufficio presidenziale, ma in definitiva i militari non possono negare che un Uav nordcoreano sia penetrato in una zona stabilita per proteggere il presidente.

Nel frattempo, l’esercito nordcoreano continua a sostenere che il 26 dicembre si siano infiltrati nella Corea del Sud 12 Uav e non cinque. Questo perché l’affermazione è stata riportata nel “materiale di valutazione globale per l’addestramento alla politica di combattimento” dell’esercito nordcoreano, basato sui risultati dell’addestramento invernale di dicembre.

Il 27 dicembre l’esercito nordcoreano ha redatto un rapporto di addestramento in cui si afferma che 12 droni si sono infiltrati nel Sud, e non cinque, e che “non sono stati rilevati dal nemico”.

Luigi Medici

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