COREA DEL NORD. “Le sanzioni causeranno agli USA il loro più grande dolore”

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La Corea del Nord, martedì, ha condannato la nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ha avvertito gli Stati Uniti che si troveranno ad affrontare il “più grande dolore” per aver guidato l’azione dell’Onu.

Nella sua prima reazione alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato, l’ambasciatore nordcoreano a Ginevra, Han Tae-song, secondo quanto riporta Reuters, ha detto: «Condanniamo con la massima fermezza e respingiamo categoricamente l’ultima illegale risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (…) Il regime di Washington ha innescato uno scontro politico, economico e militare, ossessionato dal selvaggio gioco di invertire lo sviluppo delle nostre forze nucleari che ha già raggiunto la fase di completamento», ha dichiarato l’ambasciatore alla Conferenza sul disarmo di Ginevra patrocinata dall’Onu.

«La Repubblica Democratica Popolare di Corea è pronta ad usare ogni forma di mezzo estremo (…) Le prossime misure adottate dalla Rpdc faranno soffrire agli Stati Uniti il dolore più grande che abbia mai provato nella sua storia», ha dichiarato Han.

Il quotidiano del partito di governo, Rodong Sinmun, inoltre continua ad andare all’attacco: «La politica ostile dell’amministrazione Trump verso la Rpdc ha portato la situazione della penisola in una fase allarmante e incontrollabile.

La visione brigantesca degli Stati Uniti è che può farci rimanere in vita se lasciamo il nucleare e obbediamo a loro, ma non può tollerarci se ci teniamo il nucleare e manteniamo l’indipendenza. Ecco perché questa visione non funzionerà mai su di noi.

La posizione della Rpdc è molto giusta: a prescindere da ciò che gli altri possono dire, finché gli Stati Uniti persisteranno nella loro politica ostile, noi continueremo a rafforzare la nostra forza nucleare per proteggere la sovranità del paese e la dignità della nazione.

Gli Stati Uniti facevano meglio a riconoscere correttamente l’entità della politica verso il nostro paese, una potenza nucleare degna di questo nome». 

Antonio Albanese