COREA DEL NORD. L’atomica di Pyongyang rimodella le montagne

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Il recente test nucleare della Corea del Nord ha rimodellato la montagna sopra il sito di Punggye-ri. 

Secondo quanto riportano gli esperti di Arms Control Wonk del James Martin Center for Nonproliferation Studies, il sesto test nucleare nordcoreano al Punggye-ri Nuclear Test Site è stato così potente che ha causato lo sgretolamento di parte della montagna, innescato forti frane e ha spostato più di 85 acri.

Dalle immagini satellitari si vede che l’esplosione ha spostato visibilmente la montagna, il che dimostrerebbe quanto sia stata grande l’esplosione.

I dati sismici per il sesto test nucleare variano a seconda della fonte, da 6,1 a 6,3, il che suggerisce che la resa esplosiva potrebbe essere compresa tra 200 e 300 kilotoni, e forse anche più alta. Secondo le prime stime ufficiali, la resa esplosiva si aggira intorno ai 150 kilotoni, ma la bomba potrebbe essere molto più grande.

Prima del test, l’agenzia nordcoreana Kcna ha pubblicato delle immagini della testata che intende montare sul suo nuovo missile balistico intercontinentale Hwasong-14. Una variante di quella testata sembra essere stata utilizzata nel test più recente. Le prove suggeriscono che si sia trattato di una bomba destinata alla distruzione di una intera città americana in caso di conflitto. 

Il 14 settembre il regime di Pyongyang ha detto: «Ora è giunto il momento di annientare gli aggressori imperialisti statunitensi. Ridurremo la terraferma degli Stati Uniti in cenere e oscurità (…) ricorrerndo a tutti i mezzi di ritorsione che sono stati preparati finora (…) Le quattro isole dell’arcipelago giapponese devono essere affondate dalla nostra bomba nucleare. Non occorre più che il Giappone esista vicino a noi». Minacce inequivocabili di utilizzo di ordigni termonucleari. Minacce rese più oscure anche dalle notizie sui livelli di radiazioni presenti nel luogo del test.

Il livello di radiazioni monitorato dalle autorità sudcoreane e cinesi, ha rivelato, infatti, un sensibile loro aumento innescando serie preoccupazioni relative alla sicurezza dei luoghi al confine.

Dal 14 settembre, infatti, la Cina ha deciso di chiudere temporaneamente la parte meridionale del suo popolare sito turistico di Mount Paekdu al confine con la Corea del Nord per motivi di sicurezza, dopo il recente test nucleare.

«Abbiamo preso la decisione poiché si sono registrate una serie di frane presso il sito turistico meridionale di Changbaishan (il nome cinese di Mount Paekdu) il pomeriggio del 13 settembre (…) Persistono ancora molte preoccupazioni sulla sicurezza poiché le rocce continuano a cadere a poco a poco» ha detto un funzionario dell’Autorità incaricata di gestire il lato cinese della montagna nel nord-est della provincia di Jilin, ripreso da Yonhap e da Weibo.

Le parti nord e ovest della montagna di origine vulcanica non saranno interessate dalla decisione: «La parte turistica meridionale non riaprirà la sua attività finché non sarà stato eliminato ogni potenziale pericolo», ha poi detto il funzionario.

La parte meridionale è la più vicina a Kilju, nella provincia del North Hamkyong, dove Pyongyang ha condotto il suo sesto e più potente test nucleare il 3 settembre, provocando un terremoto di magnitudo 5,8. Il test ha sicuramente causato seri problemi di sicurezza al sito turistico.

Antonio Albanese