COREA DEL NORD. Kim Yo Jong: no al dialogo con gli USA

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Era il primo giugno quando il leader della Corea del Nord chiedeva al Partito dei Lavoratori di Corea (WPK) di modificare le sue regole per creare un secondo comandante de facto sotto il leader Kim Jong Un. I rumors però dicevano che da oltre un anno che Kim Yo Jong, la sorella, stesse servendo come suo “secondo in comando de facto” anche senza modifiche alla legge. Kim Yo Jong ricopre il ruolo di Vice direttore del dipartimento di pubblicità e informazione del Partito dei Lavoratori della Corea e questa settimana è finita sulle pagine di tutti i giornali, perché sembra dettare la politica estera del suo Paese.

La sorella minore di Kim Jong Un ha riferito alla stampa che gli Stati Uniti: “Sprofonderebbero in una delusione maggiore” se pensano ad un ritorno al dialogo con la Corea del Nord.

La settimana scorsa, dopo che Kim Jong-un ha detto che la Corea del Nord deve essere preparata al “dialogo e al confronto”, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan ha definito i commenti un “segnale interessante” e ha aggiunto che l’amministrazione Biden “aspetterà di vedere se sono seguiti da qualsiasi tipo di comunicazione più diretta a noi su un potenziale percorso in avanti”.

La doccia fredda coreana è arrivata il 22 giugno proprio da Kim Yo Jong. Pyongyang ha detto deve essere pronta per “sia per il dialogo che per il confronto” con gli USA. “Ho sentito la notizia che il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha menzionato che considera la posizione nei confronti degli Stati Uniti come un ‘segnale interessante'”, ha scritto, prima di citare un proverbio coreano che afferma: “In un sogno, ciò che conta di più è leggerlo, non averlo”.

“Sembra che gli Stati Uniti possano interpretare la situazione in modo tale da cercare conforto per se stessi”, ha continuato Kim, prima di concludere: “L’aspettativa, che hanno scelto di nutrire nel modo sbagliato, li farebbe sprofondare in una delusione maggiore”.

La Corea del Nord ha rifiutato di impegnarsi in un dialogo con gli Stati Uniti da quando il presidente Joe Biden è entrato in carica alla Casa Bianca dopo Donald Trump, definendo i tentativi di dialogo un “trucco a buon mercato”.

Il primo vice ministro degli Esteri della Corea del Nord, Choe Son Hui, ha detto a marzo che “ciò che è stato sentito dagli Stati Uniti dall’emergere del nuovo regime è solo la teoria lunatica della ‘minaccia dalla Corea del Nord’ e la retorica senza fondamento sulla ‘completa denuclearizzazione'”, e ha avvertito che il dialogo potrà riprendere solo dopo che gli Stati Uniti avranno lasciato cadere la loro ostilità.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è andato ripetutamente all’attacco contro la Corea del Nord, accusando il paese di “abusi sistematici e diffusi” e chiedendo alla Cina di aiutare a convincere Pyongyang a denuclearizzare.

Antonio Albanese