COREA DEL NORD. Il regime non riesce a nascondere un cluster di COVID-19

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La Corea del Nord si trova ad affrontare una nuova potenziale crisi: l’epidemia di coronavirus. Anche se il paese ha affermato di non avere alcun caso di malattia, circolano voci secondo cui ci sarebbe almeno un cluster di Covid-19, suggerendo che il virus ha il potenziale per creare una grave crisi nel paese. 

Secondo il Daily NK, fonti hanno affermato che ci sono stati un certo numero di pazienti in una regione vicino alla costa orientale del Paese che, secondo quanto riferito, soffrono di una “malattia sconosciuta”.

«Ci sono state più di 40 persone sospettate di aver contratto la malattia infettiva nella contea di Kilju (…) insieme al villaggio minerario di Ilsin». Anche se il numero può sembrare esiguo al momento, il fatto che il cluster si sia verificato in una regione lontana dal confine cinese potrebbe creare problemi al regime, in quanto suggerisce che il virus ha trovato la sua strada tra la popolazione.

Anche se i funzionari nordcoreani continuano a negare la presenza di COVID-19 nel Paese, il governo sta adottando misure contro questa “malattia sconosciuta”, simili a quelle usate da altre nazioni contro il coronavirus.

«La contea ha espropriato un edificio da usare come struttura di quarantena per i malati», prosegue Daily NK «La polizia locale sorveglia la strada che porta alla struttura di isolamento».

Gli individui che avevano sofferto di sintomi simili al coronavirus erano stati precedentemente trasportati nella capitale della provincia di Chongjin. 

Il fatto che i pazienti siano ora tenuti in loco in una struttura di recente creazione suggerisce ancora una volta che la presunta diffusione di Covid-19 in tutta la Corea del Nord è un problema crescente. 

Inoltre riporta Inquisitr, I funzionari dell’intelligence sudcoreana hanno a lungo sostenuto che il virus potrebbe essere presente nel paese del nord della penisola, citando le grandi quantità di scambi commerciali che avvengono sul confine sino-coreano, che sono rimasti in vigore fino a quando la Corea del Nord non ha chiuso il confine a fine gennaio. 

Antonio Albanese