COREA DEL NORD. Centri ricerche mobilitati e 100 soldati morti per Covid19

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La Corea del Nord ha mobilitato i centri di ricerca d’élite per elaborare misure scientifiche volte a prevenire un’epidemia di coronavirus e altre malattie infettive, ha dichiarato domenica il principale giornale del paese. La Corea del Nord non ha riportato alcun caso di infezione da covid19, ma ha richiesto sforzi a livello nazionale per evitare che il virus si diffonda sul suo territorio attraverso l’intensificazione dei controlli alle frontiere e un processo di quarantena più rigoroso, secondo Yonhap.

I ricercatori del ramo bioingegneria e agricoltura dell’Accademia di Stato delle Scienze sono stati inviati in ogni distretto in oltre 10 province per verificare la presenza di infezioni da covid19, riporta Rodong Sinmun; le linee guida tecniche sui test per il virus sono state distribuite in tutto il paese.

Gli scienziati dell’Università Kim Il-sung University, l’università superiore del Nord, stanno poi conducendo ricerche sulla causa della morte di massa degli animali nella provincia di Hwanghae del sud e nella provincia di Kangwon, secondo il quotidiano del partito, per evitare che altre malattie degli animali possa o peggiorare la situazione.

La Corea del Nord si è chiusa da molto tempo, poiché condivide un confine lungo e poroso con la Cina e non dispone di forniture mediche e infrastrutture mediche per testare e curare le persone infette.

In precedenza, organizzazioni, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Medici Senza Frontiere e la Croce Rossa Internazionale, hanno ricevuto deroghe alle sanzioni per la consegna di dispositivi medici, kit di test e altre forniture al Nord.

Il quotidiano sudcoreano, Dong A-Ilbo, riferisce che oltre 100 soldati nordcoreani sono morti a causa di sospetti sintomi del covid19 da febbraio intorno ai confini con la Cina. 

Lo Yomiuri Shimbun, poi, riporta che: «Si sospetta che i decessi siano associati a covid19 anche se è difficile specificarne le ragioni esatte (…) La Corea del Nord non è riuscita a impedire che il virus si diffonesse intorno ai confini e penetri in tutto il Paese, anche se il 29 gennaio ha chiuso i confini con la Cina».

Antonio Albanese