COREA DEL NORD. A corto di entrate fiscali, Pyongyang spreme i mercati illegali

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Le entrate fiscali della Corea del Nord sono rapidamente peggiorate a causa della chiusura delle frontiere per le preoccupazioni del coronavirus, lasciando il paese senza altra scelta che considerare il ricorso a mercati non ufficiali, locali conosciuti come “jangmadang.

Le azioni finanziarie e politiche della Corea del Nord, che sono riuscite a malapena a resistere alle dure sanzioni imposte a Pyongyang, stanno vivendo una profonda flessione, riporta Yonhap. Le esportazioni del Nord verso la Cina sono scese bruscamente dopo la chiusura delle frontiere l’anno scorso, rappresentando solo il 21% delle esportazioni dell’anno precedente.

È quindi probabile che la Corea dl Nord non abbia altra scelta che ricorrere ai mercati locali non autorizzati per assicurare le entrate nazionali o utilizzare la pressione delle agenzie economiche per assicurare almeno in parte le entrate fiscali per la nazione.

Alla riunione dell’Assemblea Suprema del Popolo, all’inizio di questo mese, la Corea del Nord ha deciso di aumentare le spese totali del suo bilancio statale di appena l’1,1%, segnando il più basso tasso di aumento da quando il leader nordcoreano Kim Jong-un ha preso il potere.

Anche le entrate totali previste sono aumentate solo dello 0,9% su base annua, segnando il più basso aumento fino ad oggi sotto l’attuale leader. La Repubblica popolare di Corea sembra aver approvato solo un leggero aumento del suo bilancio quest’anno in mezzo a molteplici sfide, tra cui la sua campagna antivirus in corso, la devastazione causata dai tifoni e i guai economici dalle sanzioni globali.

Per avere rapidamente valuta pregiata, Pyongyang sta tornando a vedere carbone sul mercato cinese, e sta “esportando” manodopera a basso costo, soprattutto nel settore edile, nel Far East russo.

Per quel che riguarda il Covid 19, Pyongyang continua a sostenere di essere esente da coronavirus, ma ha preso misure antivirali relativamente rapide e drastiche dall’inizio dell’anno scorso, tra cui sigillare i suoi confini e imporre severe restrizioni al movimento.

Maddalena Ingroia