
Circa 200 soldati nordcoreani di diversi rami dell’esercito sono morti per i sintomi che possono essere stati causati dal Covid19.
Secondo fonti dell’esercito nordcoreano del Daily NK, il 6 marzo il corpo medico militare ha inviato ai capi militari un rapporto che descrive l’impatto del Covid19 sui soldati.
Il rapporto affermava che 180 soldati erano morti in gennaio e febbraio e che circa 3.700 soldati sono attualmente in quarantena. Secondo il rapporto, i soldati morti erano prevalentemente di stanza al confine sino-nordcoreano nelle province di North Pyongan, Chagang, Ryanggang e North Hamgyong.
Il rapporto è arrivato dopo che la leadership militare aveva ordinato agli ospedali che servono ogni ramo dell’esercito di raccogliere dati sul numero di soldati morti dopo aver sofferto di febbri elevate dovute a polmonite, tubercolosi, asma o raffreddore. I vertici militari hanno anche chiesto agli ospedali di riferire il numero di quelli attualmente in quarantena.
Il rapporto avrebbe causato un trambusto nell’establishment militare della Corea del Nord e avrebbe portato i leader militari ad adottare diverse misure per prevenire la diffusione di quelle che sembrano essere infezioni da Covid-19.
Una misura chiave che i militari hanno implementato è che i cadaveri siano “accuratamente disinfettati”, contravvenendo l’ordine del governo nordcoreano che tutti gli ospedali cremino tutti i cadaveri.
Le autorità hanno anche ordinato agli ospedali militari di disinfettare le aree in quarantena dove i soldati malati vengono ricoverati quotidianamente. Secondo quanto riferito, gli ospedali militari stanno spruzzando metanolo per disinfettare le strutture.
I leader militari hanno anche ordinato che i soldati con un sistema immunitario debole o che in passato hanno sofferto di problemi di salute siano “osservati da vicino”, prosegue Daily NK.
Le autorità militari hanno anche minacciato di punire i capi delle unità militari che non seguono le corrette procedure di controllo delle malattie volte a prevenire le epidemie di Covid19. Gli ufficiali saranno anche «ritenuti responsabili delle morti avvenute nelle loro unità».
Antonio Albanese