COP29. UE ribadisce la mancanza di libertà in Azerbaijan 

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Il Parlamento europeo ha adottato pochi giorni fa una risoluzione tecnica sulla COP-29, nella quale, tra l’altro, ha espresso ancora una volta forte preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Azerbaigian e ha fatto riferimento a tutte le misure precedentemente adottate risoluzioni, compresa l’ultima, il cui contenuto era estremamente duro e critico verso Baku.

Secondo quanto riporta da Bruxelles Armenpress, le proposte presentate dall’eurodeputata francese Nathalie Loiseau e da alcuni altri parlamentari sugli eventi nel Nagorno-Karabakh e sulle continue minacce dell’Azerbaigian contro l’Armenia non hanno trovato spazio nei commenti e nelle notizie fatte uscire dall’ambasciata azera.

In realtà, la risoluzione include clausole in cui i membri del Parlamento europeo esprimevano nuovamente preoccupazione e invitavano l’Azerbaigian a rispettare i diritti di tutti i prigionieri politici, attivisti per i diritti umani e giornalisti, e a rilasciarli immediatamente e incondizionatamente. Il Parlamento europeo resta fermo nella sua posizione: tutti gli accordi di partenariato con l’Azerbaigian devono essere subordinati al miglioramento della situazione generale dei diritti umani nel paese.

La risoluzione invita inoltre l’UE a utilizzare la COP29 come un’opportunità per la comunità internazionale per ricordare all’Azerbaigian i suoi obblighi internazionali, condannare le violazioni dei diritti umani in Azerbaigian e affrontarle in modo significativo.

La risoluzione adottata esprime anche seria preoccupazione per la nomina del presidente della conferenza sul clima, il ministro dell’Ambiente e delle Risorse Naturali dell’Azerbaigian Mukhtar Babayev, che prima della sua nomina ha lavorato per 26 anni nella compagnia petrolifera statale dell’Azerbaigian, Socar. La risoluzione non ha ignorato le dichiarazioni del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev secondo cui Baku avrebbe continuato a difendere gli interessi dei paesi ricchi di combustibili fossili: “Oggi la quota dell’Azerbaigian nella produzione mondiale di petrolio è dello 0,7% rispetto alla produzione mondiale di gas – 0,9% (…) Chiamano l’Azerbaijan uno stato petrolifero. Questo è un dono di Dio. Ogni risorsa naturale, che si tratti di petrolio, gas, vento, sole, oro, argento, rame, tutte queste sono risorse naturali e i paesi non dovrebbero essere incolpati per averle (…) non dovrebbero essere accusati di portare queste risorse sul mercato, perché il mercato ne ha bisogno, le persone ne hanno bisogno”. 

L’intervento di Aliyev ha scatenato la reazione francese: la ministra francese della Transizione ecologica Agnès Runascher ha dichiarato che non parteciperà al vertice COP29 di Baku: “Dopo aver discusso e d’accordo con il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro, non andrò a Baku la prossima settimana. “Le dichiarazioni rilasciate dal presidente Aliyev durante l’apertura della COP29 sono inaccettabili”.

I membri del Parlamento europeo hanno chiesto alla Commissione europea e agli Stati membri dell’UE di adottare tutte le misure necessarie per garantire che la prossima presidenza della COP29 sia esente da conflitti di interessi.

Lucia Giannini

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