Con il ritiro delle truppe, i costi per lo sviluppo afgano saliranno

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I costi della sicurezza per le imprese statunitensi, in primis, aumenteranno in maniera sensibile da quando i responsabili dei progetti di sviluppo dovranno rivolgersi a compagnie di sicurezza gestite dal governo afgano.

La transizione sarà un test per l’abilità del governo afgano di farsi carico della responsabilità di gestire la sicurezza nel suo complesso quando le forze Isaf e Usa inizieranno la loro uscita dal Paese. La rapidità imposta al processo di uscita dal Paese, secondo Steven J. Trent Ispettore generale statunitense per la ricostruzione afgana (Sigar), imporrà l’uso di strutture di sicurezza locali, un fatto che genera preoccupazione e che necessita immediata a attenzione data la posta in gioco. Secondo Trent i costi per l’Amministrazione statunitense aumenteranno del 46 per cento mettendo a rischio progetti di sviluppo, gestiti da Usaid, per il valore di 899m miliardi di dollari. Le previsioni di Trent sono state però rigettate in toto da Usaid che le ha definite prive di fondamento perché basate su presupposti erronei. Resta comunque la preoccupazione per il futuro e l’eredità di una guerra decennale caratterizzata da errori e passio falsi. il governo afgano ha fallito nel creare una forza di sicurezza di 25mila uomini promessa un anno fa contemporaneamente alla promessa del presidente Karzai di porre fine alla compagnie di sicurezza private, viste come un affronto alla sovranità del Paese. La forza di sicurezza afgana conta oggi 6mila uomini, la gran prte di guardai a installazioni sensibili come le banche, ad esempio. La nuova forza di sicurezza statale prevede costi per equipaggiamenti e addestramento al momento non quantificabili, fa sapere il governo afgano. Secondo lo studio del Sigar, il costo netto per ogni singolo membro della sicurezza statale oscillerà tra i 710 e gli 830 dollari al mese, in termini percentuali dal 25 al 46 per cento. Simili percentuali sono state smentite da Usaid che fa uscire stime di aumento di circa il 16 per cento. Se questa è la situazione critica in cui si trovano i progetti di cooperazione internazionale statunitensi, cosa accadrà per quelli europei e per quelli italiani?