COLOMBIA. Il terrore serpeggia tra gli ex guerriglieri FARC

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In Colombia, oggi molti ex ribelli, sono preoccupati perché dubitano che il presidente di destra Ivan Duque, che ha assunto le sue funzioni l’anno scorso, si impegni ad aiutare gli ex combattenti a raggiungere la reintegrazione.

Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Farc, hanno firmato un controverso accordo di pace nel 2016 con il governo dell’allora presidente Juan Manuel Santos, mettendo fine a cinque decenni di conflitto che hanno ucciso 260mila persone.

I guerriglieri hanno accettato di disarmarsi in cambio di promesse di reintegrazione nella società, benefici economici per gli ex combattenti, rappresentanza politica al Congresso e garanzie della loro sicurezza, riporta Reuters.

Il governo di Duque si è opposto a molti aspetti dell’accordo di pace e ha cercato senza successo di apportare emendamenti tramite il Congresso, chiedendo pene più severe per gli ex ribelli che hanno commesso crimini di guerra.

Altra fonte di paura è l’uccisione di decine di ex combattenti delle Farc in Colombia, alcuni appena fuori dai campi dove vivono gli ex ribelli. Circa 13.018 ex guerriglieri sono in fase di reintegro. Circa un quarto, vive in 24 campi di reintegrazione, mentre due terzi vivono al di fuori di essi, secondo il think tank Ideas para la Paz. I luoghi in cui si trova il restante 8% sono sconosciuti.

Le Nazioni Unite dicono che 137 ex combattenti sono stati uccisi da quando è stato firmato l’accordo, lasciando molti spaventati dalla vita fuori dai campi. Le Nazioni Unite non sono state in grado di dire chi sia il responsabile di questi omicidi e il tasso di impunità è alto.

Anche l’uccisione di attivisti per i diritti umani è aumentata, nonostante le fonti non sono d’accordo sui numeri. Le stime vanno dai dati governativi di 289 uccisioni al think tank Indepaz, che li fissa a 738. 

Volantini minacciosi sono apparsi in molti luoghi del paese contro gli ex guerriglieri. L’agenzia governativa per la reintegrazione ha detto che viene fornita maggiore sicurezza agli ex combattenti nel processo di reintegrazione.

A giugno, Duque ha annunciato 23 nuove misure per garantire la loro sicurezza, tra cui una più stretta collaborazione con il difensore civico per individuare i rischi prima, meno tempo di attesa per l’assegnazione della sicurezza personale e l’autodifesa. Ma gli omicidi sono continuati.

Secondo il think tank Washington Office on Latin America, Wola, gli omicidi dimostrano la mancanza di capacità e volontà del governo Duque di attuare l’accordo, indebolendo le prospettive di pace e mettendo a repentaglio la prospettiva di futuri colloqui di pace con i gruppi guerriglieri rimasti. Il movimento dei dissidenti è una preoccupazione crescente.

Un gruppo di ex ribelli, infatti, ha annunciato una nuova offensiva a fine agosto, dicendo in un video su YouTube che il processo di pace non è stato correttamente attuato.

L’annuncio è stato condannato dal governo, dalle Nazioni Unite e dal partito politico delle Farc, la cui leadership ha detto che la maggior parte degli ex ribelli rimane impegnata nonostante “difficoltà e pericoli”.

Circa 2.300 persone sono state classificate come dissidenti delle Farc nell’ultimo conteggio ufficiale dell’intelligence militare avvenuto a maggio. Si pensa che molti siano in Venezuela, dove il presidente Nicolas Maduro ha detto che gli ex comandanti ribelli sono i benvenuti. Le cifre dell’ONU mostrano che solo il 10% degli ex guerriglieri ha ottenuto crediti per progetti di agricoltura e sviluppo destinati a fornire loro posti di lavoro nella vita civile. 

Il governo dice che estenderà uno stipendio mensile di 200 dollari agli ex combattenti fino al 31 dicembre, dato che non hanno incontrato una data limite del 15 agosto per consegnare i prestiti.

Finora, il governo ha pagato quasi 65 milioni di dollari in stipendi, e l’estensione costerà loro altri 12,7 milioni di dollari.

Il governo ha anche annunciato un investimento di 4,6 milioni di dollari per l’acquisto di terreni per le Farc per progetti economici. Mentre gli ex ribelli lottano per far decollare i progetti, il governo Duque è stato accusato per i ritardi della leadership delle Farc, dei legislatori e dei gruppi per i diritti umani.

Antonio Albanese