CLONAZIONE. Il clone Przewalski

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Il primo esperimento che balzò alle cronache in materia di clonazione di mammiferi fu “Dolly” la pecora di Edimburgo che visse sette anni. La prima che utilizzava una cellula somatica. Il dibattito sui favorevoli e contrari rimase acceso per molto tempo perché la domanda di fondo era: ma arriveremo a disegnare geneticamente anche i nostri figli?

Oggi alla ribalta invece è finito un esperimento di clonazione animale volto a salvare una specie di cavallo selvaggio originario della Mongolia e della Cina. Gli scienziati di uno zoo negli Stati Uniti hanno clonato con successo un cavallo di Przewalski e hanno acceso la speranza di poter salvare la specie. I cavalli di Przewalski sono originari delle praterie della Mongolia e della Cina e sono considerati l’ultima specie di “cavallo selvaggio” rimasta al mondo.

La genealogia si è separata dai cavalli addomesticati circa 500.000 anni fa. Sfortunatamente, questi cavalli sono in pericolo. Si sono estinti in natura prima che un programma di allevamento intensivo in cattività fornisse i mezzi per reintrodurli.

La specie comunque è ancora in pericolo. Il 6 agosto, allo zoo di San Diego è nato un puledro clonato con successo. Il puledro è nato da una madre surrogata dopo che gli scienziati hanno usato il DNA crioconservato di 40 anni di ingegneria.

Il clone, chiamato Kurt, sarà trasferito in un programma di allevamento all’interno dello zoo di San Diego Global, riporta Metro. Il cavallo clonato è in forma e sano e prende il latte dalla madre surrogata

Se l’esperimento avrà successo, sarà in grado di infondere la diversità genetica nella mandria e, potenzialmente, aprire la strada alla salvezza della specie. Ci si aspetta che questo puledro sia uno degli individui geneticamente più importanti della sua specie perché in grado di riportare una variazione genetica importante per il futuro della popolazione equina di Przewalski.

Anna Lotti