Le tensioni tra Turchia, Grecia e Cipro sono aumentate negli ultimi giorni, quando la nave turca Barbaros ha iniziato a cercare petrolio e gas nel mezzo del Mediterraneo orientale. Secondo Ankara, una fregata greca ha cercato di bloccare la nave, ma gli è stato impedito dalla sua scorta di navi da guerra turche. «Non tollereremo mai nuove molestie», ha avvertito il ministro della Difesa turco Hulusi Akar e ha avvertito la Grecia: «Abbiamo adottato tutti i tipi di misure. Voglio che tutti sappiano che non tollereremo un fatto compiuto di alcun tipo su questo argomento».
Il dispiegamento del Barbaros, riporta Asia Times, tuttavia, riporta alla luce la disputa tra le nazioni della regione su dove si trovano i loro confini marittimi – o chi ha il diritto di avere dei confini in questa geografia potenzialmente ricca di idrocarburi. Si ritiene infatti che sotto il fondale marino si trovino alcune importanti riserve di gas naturale, con un gruppo di compagnie petrolifere internazionali coinvolte nella ricerca.
La ExxonMobil inizierà le perforazioni a novembre 2018, ad esempio. Questa ricerca renderebbe i giacimenti di gas al largo delle coste di Cipro una risorsa importante per chiunque possa sfruttarli e uno dei problemi più difficili da risolvere nel Levante: la questione di Cipro. Da anni ormai, il governo cipriota assegna alle compagnie petrolifere e di gas internazionali blocchi di esplorazione offshore all’interno della Zona Economica Esclusiva.
Si tratta di un limite di 200 miglia nautiche per la perforazione e l’uso delle risorse marine, concesso alle nazioni marittime dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, Unclos. Ciò si aggiunge ai normali limiti marittimi di un paese, che di solito si estendono per sei o 12 miglia nautiche dalla costa.
Nel 2011 Nobel Energy ha scoperto il giacimento di gas Afrodite in questa Zee, mentre all’inizio di quest’anno l’Eni ha scoperto il promettente giacimento Calypso nelle vicinanze. Le prospettive sono buone, perché le acque fanno parte di un importante elemento geologico, il Levant Basin, che comprende giacimenti onshore in Siria e Iraq, nonché importanti riserve di gas al largo delle coste di Israele e dell’Egitto.
La Zee di Cipro si estende fino ai confini concordati con Israele ed Egitto, così come con il Libano – ma non con la Turchia. Ankara non riconosce molte rivendicazioni marittime cipriote, perché pensa che la piattaforma continentale della Turchia e la Zee arrivino fino all’Egitto, senza interruzioni.
Per questo motivo, le navi da guerra turche hanno bloccato a febbraio una nave da ricognizione Eni, costringendola a fare dietrofront. Nicosia rivendica ancora tutta la Zee dell’isola come propria e questo la porterebbe a scontri diretti con Ankara.
Antonio Albanese