Cipro: un nodo politico da risolvere

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CiIPRO – Nicosia. Una piccola isola nel Mediterraneo sta facendo impazzire le diplomazie e la finanza di mezzo mondo. Sulla questione del salvataggio di Cipro però intervengono molte questioni, non solo di tipo economico-finanziario. 

Sul Financial Times, per esempio, da giorni è in atto una campagna piuttosto agressiva contro le scelte europee o meglio della della troika in materia di tassazione del risparmio. Il piano di salvataggio proposto da Bruxelles a Cipro prevedeva in cambio di 10 miliardi per le banche di tassare i risparmi dei depositanti (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/finanza-it/3162-cipro-economia-finanza-fallimento.html?highlight=WyJjaXBybyJd), piano rifiutato dal parlamento cipriota. (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/finanza-it/3195-cipro-ue-depositi.html?highlight=WyJjaXBybyJd).

Secondo i britannici l’Unione europea ha sbagliato tutto, invece di tassare i risparmi, avrebbe dovuto tassare il settore energetico, mantengo salvi i risparmi depositati nelle banche cipriote. Ma come sanno tutti gli esperti, il settore energetico di Cipro incide solo dello 0,9% del Pil come scritto su questa testata (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/2750-cresce-il-settore-energetico-di-cipro.html?highlight=WyJjaXBybyJd e ancora  si veda (http://www.agccommunication.eu/cronaca/euro-mediterranea/2904-vecchie-e-nuove-rivalita-mediterranee.html?highlight=WyJjaXBybyJd) con un ricavo di 150 milioni di euro. Un po’ poco come garanzia per un prestito da circa 10 miliardi di euro. 

Come se non bastasse, dietro gli interessi energetici poi c’è la questione Turchia, le risorse di gas naturale cipriota, interessano sì le più grandi compagnie petrolifere e quelle estrattive di gas naturale, ma anche la Turchia, paese quest’ultimo a cui poco interessa oramai entrare in Europa ma che resta molto caro alla Merkel, ((http://www.agccommunication.eu/cronaca/dal-mondo/1808-merkel-assicura-la-turchia-in-prospettiva-europea.html?highlight=WyJjaXBybyJd) che ospita 8 milioni di turchi ed è dunque ben attenta a non infastidire questo importante partner economico europeo.

In ogni caso il settore energetico cipriota al momento non è in grado di essere una sufficiente  garanzia per un prestito che secondo alcuni dovrebbe in realtà avvicinarsi a 20 miliardi di euro (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/1454-cipro-aiuti-russia-ue.html?highlight=WyJjaXBybyJd). 

E allora dunque perché gli inglesi sono così agguerriti contro le decisioni Ue? Semplice, i cittadini britannici che risiedono a Cipro sono circa 80.000 e insieme ai russi sono i più numerosi. Non solo, sempre a Cipro ci sono, stanziali, 3.500 militari UK. Buon motivo dunque per gridare allo scandalo di fronte alla tassazione dei risparmi, perché di riflesso a pagare sarebbero stati gli inglesi insieme ai russi. 

Altra questione che non va sottovalutata è quella dei rapporti tra Cipro e la Russia, o meglio tra Cipro e Putin, tra Cipro e Medvedev. I maligni sostengono che Putin stanco di Medvedev stia utilizzando la questione di Cipro per sbarazzarsi di questo amico/nemico diventato a volte davvero imbarazzante. 

E quindi più si acuisce il problema di Cipro più Putin può mettere in cattiva luce Medvedev, incapace di gestire questa emergenza. Il Ministro delle Finanze cipriota, Michalis Sarris, da tempo fa la spola tra Nicosia e Mosca (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/finanza-it/3206-cipro-fallimento-euro-banche.html?highlight=WyJjaXBybyJd) senza per ora aver raggiunto lo scopo: ottenere un prestito dai russi in cambio del rifiuto sulla tassazione dei risparmi dei concittadini di Putin. Medvedev ieri, piuttosto adirato avrebbe minacciato persino di ridurre le scorte di Euro se la situazione cipriota non si risolve in favore degli investitori russi.

Ma viene da chiedersi come mai i russi non hanno fino ad ora ritirato i soldi da Cipro? La notizia della tassazione circolava da settimane. I rumors sostengono che nelle casse delle multinazionali della finanza cipriota ci siano 20 miliardi di dollari russi provenienti probabilmente dal riciclaggio, moneta dunque difficile da spostare. A questo punto viene da pensare che se il parlamento cipriota avesse accettato le condizioni UE, alla fine i russi dopo tante proteste avrebbero accettato la gabella. Meglio una tassa in più che degli illeciti da dichiarare. 

La questione Cipro dunque è molto ingarbugliata e alla fine Russia e Europa dovranno, obtortocollo, trovare una soluzione condivisa. Il fallimento di Cipronon conviene a nessuno.