L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno espresso la loro preoccupazione per l’intenzione della Turchia di perforare nella zona economica esclusiva, Zee, di Cipro, una mossa che potrebbe inasprire le tensioni nella regione del Mediterraneo orientale.
Come riporta The National Herald, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che il 6 maggio l’Ue è molto preoccupata per i piani della Turchia di perforazione offshore nella ZEE cipriota: «Invito le autorità turche a dar prova di moderazione e ad agire in conformità del diritto internazionale cessando le operazioni illegali e rimuovendo immediatamente le navi di supporto dalla Zee di Cipro (…) L’intenzione della Turchia di perforare nella Zee di Cipro è una violazione del diritto internazionale. La Repubblica di Cipro ha il pieno e sovrano diritto di esplorare e sfruttare le risorse naturali nella sua Zee». In precedenza, il 5 maggio, gli Stati Uniti hanno dichiarato che Washington è «profondamente preoccupata per le intenzioni annunciate dalla Turchia di iniziare le operazioni di perforazione offshore in un’area rivendicata dalla Repubblica di Cipro come zona economica esclusiva. Questo passo è altamente provocatorio e rischia di aumentare le tensioni nella regione. Esortiamo le autorità turche a fermare queste operazioni e incoraggiamo tutte le parti ad agire con moderazione».
Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, aveva detto, il 4 maggio: «Condurremo perforazioni in aree della piattaforma continentale della Turchia e stiamo iniziando il nostro lavoro di perforazione in punti identificati da nave Barbaros Hayrettin Pasa», riporta Reuters.
Nel frattempo, le autorità cipriote hanno presentato alle Nazioni Unite le coordinate che delineano i confini della Zee di Cipro e della piattaforma continentale, secondo il greco Kathimerini, aggiungendo che il governo di Cipro ha anche avviato le procedure per ottenere un mandato di arresto internazionale per l’equipaggio della nave da trivellazione Fatih al largo di Cipro.
La Cyprus Natural Hydrocarbons Company, riporta New Europe il 7 maggio, fa sapere che la Turchia ha fatto queste affermazioni e minacce in passato, ma ora sta per agire di conseguenza: «Ci possono essere una serie di ragioni per cui ora, la Turchia alza la posta in gioco prima della possibile ripresa dei negoziati per Cipro come voluto dal Segretario Generale britannico António Guterres». La decisione turca potrebbe essere collegata al tentativo del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan di distogliere l’opinione pubblica turca dai problemi interni dopo la controversa decisione di cancellare i risultati delle elezioni locali a Istanbul.
La Turchia potrebbe aver scelto di aumentare la posta in gioco proprio trivellando in aree che rivendica all’interno della Zee cipriota; cosa potrebbe succedere se Ankara scoprisse effettivamente idrocarburi, è una domanda che si pongono molti attori.
Inoltre la Turchia e causa prender rinacque cipriote potrebbe influire sull’attuazione degli accordi energetici di Cipro con Eni, Total e ExxonMobil, ripetendo quanto avvenuto nel 2018 quando fregate turche hanno fermato la piattaforma di perforazione Eni.
Luigi Medici