CINEMA. Riprese bloccate per Pandemia: il modello di ripresa di The Mandalorian apre nuovi orizzonti

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The Mandalorian sta facendo tendenza anche nel settore degli effetti speciali, sopratutto in Cina.

Lo spin off di Star Wars ha un protagonista che si muove tra paesaggi desertici e ambienti interni futuristici, ma le scene non sono state girate in loco, su un set cinematografico, o utilizzando un green screen. Sono state filmate di fronte a un gigantesco display a parete a LED in grado di proiettare un mondo immaginario che appare reale al pubblico.

Si tratta della “virtual production”, uno sfondo digitale, generato in tempo reale da un potente motore di gioco informatico, permettendo ai registi di combinare filmati live-action con effetti visivi in tempo reale, riporta Scmp. La tecnologia potrebbe rivoluzionare il cinema perché le ambientazioni del mondo reale possono essere sostituite.

La Cina, con più di 20 miliardi di yuan di entrate al botteghino nel 2020, ha parchi a tema in tutto il paese che raddoppiano come location per le riprese dei film. Nella città di Hengdian nella provincia orientale cinese di Zhejiang, per esempio, la cosiddetta “città del cinema” ha costruito una replica della Città Proibita per le riprese.

La tecnologia “virtual production” offre quindi ai registi cinesi la possibilità di mettersi al passo con le loro controparti hollywoodiane, abbassando le soglie tecnologiche e di produzione per spettacoli di fantascienza come Avatar nel 2009 che ha dominato il box office cinese all’epoca e ha stupito i registi cinesi con il suo uso pionieristico degli effetti speciali del motion capture.

La “virtual production” apre le porte al cinema del futuro, perché permette alle troupe cinematografiche di vedere cosa c’è in una ripresa in tempo reale, in modo da poter regolare o cambiare lo sfondo digitale secondo le necessità, secondo gli esperti del settore. Sostituisce il metodo tradizionale di girare l’azione davanti a schermi verdi o blu e aggiungere gli effetti visivi in post-produzione, che è un processo più costoso.

L’interesse per le produzioni virtuali è aumentato in tutto il mondo dal 2020, spinto dal successo di The Mandalorian e dalle restrizioni di viaggio della Covid-19 che hanno ridotto la possibilità di girare in loco.

Circa il 90 per cento delle soluzioni di produzione virtuale si affidano all’Unreal Engine sviluppato da Epic Games, uno sviluppatore di videogiochi e software statunitense in parte di proprietà di Tencent Holdings, secondo Revo Times.

Lucia Giannini