Pechino deprezza lo yuan

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CINA – Pechino 11/08/2015. La Zhōngguó Rénmín Yínháng, la banca centrale cinese, ha permesso che lo yuan fosse deprezzato di quasi il 2% nei confronti del dollaro l’11 agosto.

Si tratta della più grande svalutazione in un decennio tesa a rendere il tasso di cambio controllato deallo stato più vicino al mercato.La Banca centrale di Cina ha stabilito un punto centrale per lo scambio, dell’1,9 per cento più basso del
livello del 10 agosto; l’istituto ha comunicato che il deprezzamento deriva da una serie di riforme nel suo sistema di fissazione dei tassi, finalizzato a dare un ruolo maggiore alle forze del mercato. La banca ha detto che, a partire dall’11 agosto, riportano le agenzie cinesi e la russa Sputnik, il suo fixing giornaliero per lo scambio terrà conto dell’offerta e della domanda, così come del tasso di cambio del giorno precedente. La banca ha detto che alle forze di mercato sarebbe stato dato un ruolo più ampio in futuro, il che lascia aperta la possibilità di ulteriori ribassi dello yuan, una «fluttuazione controllata» secondo Pechino.
Si tratta di fluttuazioni all’interno di valori al di sopra o al di sotto di 2 per cento rispetto a un punto fissato dalla stessa banca centrale di Pechino.
Così si consentirebbe al tasso di cambio di aumentare o diminuire in risposta alla domanda e l’offerta, ma si impedirebbero oscillazioni ampie che potrebbero destabilizzare la moneta. Negli ultimi mesi, lo yuan si è rafforzato con il dollaro, rendendo le esportazioni cinesi più costose e aumentando il rischio di perdite di posti di lavoro, politicamente pericolose nelle industrie che impiegano decine di milioni di lavoratori.
La leadership cinese, da tempo, ha sollecitato finora invano il Fmi a dichiarare lo yuan una valuta di riserva ufficiale alla pari con il dollaro, l’euro, lo yen giapponese e la sterlina britannica.

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