CINA. Xi usa la diplomazia della braciola di maiale con Trump

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Il presidente cinese Xi Jinping mira a utilizzare la “diplomazia della braciola di maiale” per porre fine alla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il 12 settembre, il ministero del Commercio cinese ha annunciato che stava “facendo indagini” per l’acquisto di prodotti agricoli americani prima dei colloqui di Washington del mese prossimo.

Incluse nelle voci della lista della spesa ci sarebbero carne di maiale e soia, secondo il Ministero, riportato da Asia Times. I prezzi della carne suina in Cina sono aumentati del 46,7% il mese scorso a causa di un’epidemia di peste suina africana in Cina. Il salto del prezzo ha mostrato la profondità del problema dopo che milioni di maiali sono stati abbattuti o sono morti a causa dell’epidemia: i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica hanno mostrato che il costo del cibo nell’indice ufficiale dei prezzi al consumo, o Ipc, è salito del 10% ad agosto rispetto allo stesso periodo del 2018; il livello più alto in più di sette anni.

Questa mossa di Pechino è l’ultima di una raffica di gesti di buona volontà da entrambe le parti nella disputa commerciale che li divide; la proposta arriva anche il giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di voler ritardare un aumento programmato delle tariffe sulle importazioni cinesi per un valore di 250 miliardi di dollari fino al 15 ottobre.

«Abbiamo acconsentito, come gesto di buona volontà, di spostare le tariffe maggiorate su 250 miliardi di dollari di merci [25% – 30%] dal 1° ottobre al 15 ottobre. Il ritardo è stato richiesto dal vice primo ministro cinese, Liu He, e per il fatto che la Repubblica Popolare Cinese celebrerà il suo 70° anniversario» ha twittato Trump l’11 settembre. Pechino aveva annunciato in precedenza un elenco di beni che era intenzionata a comprare, ma che non includeva importazioni significative come di carne di maiale. La situazione è cambiata.

Negli ultimi 12 mesi, gli agricoltori americani sono sotto il peso del cuneo commerciale, soprattutto dopo il crollo delle esportazioni di soia, azzerando virtualmente i mercati esteri che gli agricoltori avevano passato anni a coltivare. Trump ha offerto miliardi di aiuti alle aziende agricole gravemente danneggiate dal conflitto commerciale.

Questi segnali di allentamento delle tensioni hanno alimentato le speranze di una svolta nei negoziati  di Washington ottobre e hanno dato un colpo ai mercati asiatici. Gli sviluppi sono stati accolti favorevolmente nei primi scambi, anche se i mercati asiatici hanno faticato a mantenere il trend: Hong Kong è calata dello 0,3%, mentre anche Singapore, Wellington, Jakarta e Manila sono scese. Alla fine, Tokyo ha chiuso come Shanghai con una crescita dello 0,8%. Sydney è salita dello 0,3%, mentre Mumbai e Taipei hanno registrato modesti guadagni.

Antonio Albanese