Le esportazioni cinesi sono aumentate dell’8,5% su base annua ad aprile, in rallentamento rispetto a marzo, secondo i dati forniti il 9 maggio dall’Amministrazione generale delle dogane.
Si tratta del secondo mese consecutivo di crescita dopo il 14,8% registrato a marzo, riporta Anadolu.
Le importazioni della Cina sono diminuite del 7,9% rispetto a un anno fa ad aprile, si tratta di un dato considerato molto peggiore delle stime del mercato.
L’avanzo commerciale ha battuto le aspettative con 90,2 miliardi di dollari per il mese, in aumento rispetto agli 88,2 miliardi di dollari di marzo.
Nel periodo gennaio-aprile, le spedizioni in uscita del Paese sono aumentate del 2,5% rispetto all’anno precedente, alimentate dalle automobili che sono raddoppiate nello stesso periodo.
Le esportazioni di petrolio raffinato e di prodotti siderurgici sono aumentate rispettivamente del 41% e del 33% nei primi quattro mesi del 2023.
Gli scambi bilaterali con gli Stati Uniti sono stati pari a 218 miliardi di dollari nel quadrimestre, con un calo dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, il commercio tra l’Ue e la Cina è sceso del 3,5% a 263 miliardi di dollari.
Le importazioni di petrolio della Cina ad aprile sono state di 42,41 milioni di tonnellate, pari a 10,3 milioni di barili al giorno, secondo l’Amministrazione Generale delle Dogane. Si tratta di un calo dell’1,45% rispetto ai 10,5 milioni di barili al giorno importati nell’aprile dello scorso anno.
Il 7 maggio scorso, Xi Jinping aveva dato le linee guida per lo sviluppo economico del Paese alla riunione della Commissione centrale sulla finanza e affari economici, nell’ambito di un incontro dedicato alla strategia di sviluppo del Paese.
«La Cina deve fare affidamento su produzione e tecnologia avanzate e sviluppare talenti per guidare la crescita futura
(…) Il Paese dovrebbe concentrarsi sull’economia reale, ovvero la produzione e la vendita di beni e servizi fisici, invece che su aree come la finanza e la proprietà che potrebbero portare a bolle speculative», aveva precisato.
Antonio Albanese