Il Giornale del Popolo, Renmin Ribao, afferma, in un commento del 22 gennaio, che Washington sta creando seri problemi nel Mar Cinese Meridionale. Il suo comportamento non farà che costringere la Cina a rafforzare i suoi dispiegamenti di truppe nel Mar Cinese Meridionale. Il ministero degli Esteri cinese ha detto che la USS Hopper è passata entro le 12 miglia nautiche dall’isola di Huangyan, cioè Scarborough Shoal, oggetto di una rivendicazione rivale da parte delle Filippine, storico alleato degli Stati Uniti.
È stata l’ultima operazione navale statunitense che ha sfidato le rivendicazioni cinesi nel Mar Cinese Meridionale ed è arrivata proprio quando l’Amministrazione del presidente Donald Trump cercava la cooperazione cinese nella questione nordcoreana, riporta Reuters.
Il Renmin Ribao, organo ufficiale del partito comunista, ha detto che, con il generale miglioramento della situazione nel Mar Cinese Meridionale, solo gli Stati Uniti intendevano militarizzare la regione: «In questo contesto di pace e cooperazione, una nave degli Stati Uniti che crea volontariamente problemi è un fatto singolare, fino al punto dell’avventatezza (…) Se la parte interessata, ancora una volta, crea guai dal nulla e causa tensioni, allora non farà che indurre la Cina a giungere a questa conclusione: per proteggere seriamente la pace nel Mar Cinese Meridionale, la Cina deve rafforzare e accelerare la costruzione delle sue capacità in area».
La firma “Zhong Sheng”, che significa “Voce della Cina”, è spesso usata per dare il punto di vista ufficiale su questioni di politica estera.
Lo stesso giorno, il tabloid Global Times, collegato al Renmin Ribao, ha pubblicato un editoriale sul controllo della Cina del Mar Cinese Meridionale che è ben pronto a reagire alle “provocazioni” degli Stati Uniti: «Poiché la dimensione militare della Cina non fa che migliorare, così fa il suo controllo del Mar Cinese Meridionale (…) La Cina è in grado di inviare più navi militari come risposta e può prendere misure come la militarizzazione delle isole». Nel frattempo, le Filippine, che hanno vinto la causa internazionale contro Pechino sull’area contesa, hanno detto ufficialmente che non intendono farsi coinvolgere nella disputa.
Antonio Albanese