CINA. Turismo nazionalista nel Mar Cinese Meridionale

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Tutti i paesi che si affacciano sul Mar Cinese Meridionale stanno aprendo i piccoli isolotti al turismo per dimostrare le loro rivendicazioni territoriali, ma questa tendenza è destinata a durare poco per mancanza di ritorni economici.

Ai primi di marzo, riporta VoA, una nave da crociera cinese ha portato 300 persone alle isole Paracel, nonostante le proteste del Vietnam. Una prima nave da crociera cinese partì per le Paracel nel 2013, e nel mese di dicembre una compagnia aerea cinese ha aperto voli charter dalla città meridionale di Haikou alla più grande isola delle Paracel, Woody Island. Turisti vietnamiti stanno visitando le isole del loro paese nella catena delle Spratly; la Malesia consente ai turisti di visitare una delle sue Isole Spratly e Taiwan non ha escluso l’idea di farlo in un diverso tratto di mare.

Ma carenza di infrastrutture e rischi geopolitici non attirano folle di turisti e la loro trasformazione in mete turistiche serve per rafforzare le loro pretese di sovranità nell’area.

Il Vietnam ha formalmente invitato i turisti a visitare le Spratly nel 2015; e numerosi gruppi di turisti patrioti lo hanno fatto; la Malesia porta i turisti, straniera e interni, a visitare Pulau Layang Layang nelle Spratly, dal 1989. L’isolotto conosciuto anche come Swallow Reef e utilizzato anche dalla marina malese ha un resort per immersioni con 53 camere, che organizza voli charter dal Borneo a 300 chilometri di distanza.

Nel 2015 un generale filippino annunciò che Manila avrebbe sviluppato turisticamente Pagasa, una delle sue nove isole Spratly; mentre Pechino ha detto l’anno scorso che navi da crociera avrebbero anche raggiunto la catena delle Spratly.

Brunei, Malesia, Vietnam e Filippine rivendicano parti di questo tratto di mare apprezzato per la pesca, per le rotte di navigazione e le riserve sottomarine di petrolio e gas. Cina e Taiwan pretendono quasi tutto i 3,5 milioni di chilometri quadrati di mare.

Dal 2010, la Cina si è rapidamente espansa. Ha creato delle isole artificiali su piccole barriere con infrastrutture militari e le sue navi appaiono regolarmente nelle acque rivendicate e monitorate da altri paesi.

Le infrastrutture, tuttavia, sono carenti: Pulau Layang Layang è l’unica in piena regola; su Taiping ci vivono 200 persone della guardia costiera di Taiwan; mille persone vivono a Sansha, città cinese su Woody Island; hanno una banca, un ospedale e un supermercato, anche se l’acqua potabile deve essere ancora spedita; Pechino spera di attirare i turisti per le immersioni, il surf e i matrimoni.

Lucia Giannini