CINA. Tecnologia e armi per fare la guerra

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I pianificatori dello sviluppo dell’esercito cinese non dovrebbero lasciarsi sorprendere dalla rapida evoluzione della guerra e della tecnologia nel XXI secolo e devono prepararsi ad andare oltre una strategia di semplice autodifesa: è quanto si legge in un comunicato dell’Esercito di liberazione popolare, ripreso da Scmp

La leadership cinese ha sottolineato la necessità di una maggiore preparazione al combattimento e di una maggiore formazione. In una serie di visite nel Comando sud a ottobre, Xi Jinping ha detto che i militari dovrebbero «concentrarsi sui preparativi per combattere una guerra». Una migliore pianificazione permetterebbe ai militari di anticipare e controllare il corso della guerra terrestre, ha quindi commentato il Pla sui social media. Ha chiesto un maggiore riconoscimento della necessità di una più stretta cooperazione con le forze aeree e lo sviluppo di capacità di cyberwarfare in risposta alle minacce in evoluzione sui nuovi campi di battaglia. 

L’esercito cinese è stato a lungo sviluppato in base alla dottrina dell’autodifesa, ma ci sono richieste di adeguare la direttiva poiché la Cina sta espandendo i suoi interessi all’estero e di fronte a crescenti tensioni sulle dispute territoriali e dagli Stati Uniti: «Una pianificazione proattiva potrebbe rompere la situazione passiva e controllare completamente l’evoluzione della guerra (…) Se una guerra terrestre viene combattuta secondo piani prestabiliti, le truppe possono colpire i nemici di sorpresa e fare il massimo uso di armi, avvicinandosi alla vittoria a passi da gigante», per il Pla, quindi, la semplice autodifesa non è più sufficiente, visto il maggiore ruolo internazionale di Pechino.

Il comunicato sottolinea la necessità di abbracciare la tecnologia. L’uso di droni in grado di fornire informazioni in tempo reale sul campo di battaglia e di rimanere in volo per giorni è “inevitabile”, poiché la tecnologia ha cambiato il volto del combattimento. L’esercito cinese ha subito grandi cambiamenti negli ultimi due anni, le sue sette regioni militari sono diventate cinque comandi di teatro e le unità sono state fuse per semplificare le operazioni.

Tommaso dal Passo