
La Sinopec, la più grande compagnia petrolifera cinese, del gas e della chimica in termini di entrate, ha lanciato un progetto green per una maggiore produzione di idrogeno ed energia solare. Mira a diventare la prima azienda cinese dell’idrogeno entro il 2025, aumentando gli investimenti in idrogeno per il settore dei trasporti del paese, il più grande del mondo, così come la raffinazione di prodotti legati all’idrogeno.
Per raggiungere il suo obiettivo, riporta Atf, si sposterà dal cosiddetto idrogeno grigio, prodotto dal gas naturale e come tale ancora emettitore di CO2, all’idrogeno blu, che è anche prodotto da combustibili fossili, ma utilizza la tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio per i gas serra. L’idrogeno marrone è prodotto attraverso la gassificazione del carbone e ha la più alta impronta di carbonio di tutta la produzione di idrogeno. L’idrogeno verde da parte sua, senza emissioni di gas serra, è prodotto da fonti rinnovabili, cioè solare ed eolico.
Sinopec prevede di costruire 1.000 punti di rifornimento di idrogeno puro e idrogeno integrato al dettaglio, che vendono anche carburanti convenzionali, entro il 2025, un rapporto Argus ha detto mercoledì. Ha anche in programma di costruire 7.000 stazioni di generazione di energia solare distribuita entro la stessa data. Il gigante dell’energia produce già circa 3,5 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno.
A novembre, l’azienda ha fatto delle mosse incrementali nella giusta direzione quando ha lanciato il suo primo progetto di energia eolica onshore. Il progetto da 20Mw, situato a Dali nella provincia nord-occidentale cinese dello Shaanxi, è stato sviluppato da Sinopec Star Co, una filiale di energia pulita che in precedenza si era concentrata solo sullo sviluppo geotermico.
La tempistica del nuovo piano di Sinopec arriva mentre Pechino cerca di tracciare una linea più dura sulla sua massiccia emissione di carbonio.
A metà gennaio, un rapporto ambientale del ministero dell’Ecologia e dell’ambiente della Cina ha pubblicato un rapporto in cui condannava la National Energy Administration, Nea, del paese per aver permesso all’industria del carbone di andare avanti con la sua massiccia costruzione di nuovi progetti di carbone, aggirando anche le norme ambientali che potrebbero mettere in pericolo l’obiettivo del presidente Xi Jinping di essere neutrale rispetto al carbonio nel 2060.
La Nel, il 5 febbraio, ha emesso un nuovo progetto di politica del carbonio secondo cui la Cina generi il 40% della sua elettricità dal nucleare e dalle fonti rinnovabili entro il 2030. Di questo 40% di riferimento, il 25,9% è destinato a provenire da tecnologie diverse dall’energia idroelettrica, tra cui solare, eolica e nucleare. Attualmente la Cina genera circa il 28% della sua elettricità da fonti rinnovabili, per lo più l’energia idroelettrica. Non si sa ancora come, o se, il nuovo piano di Sinopec si inserirà nel progetto di politica della Nea.
Graziella Giangiulio