Un’altra misteriosa sparizione in Cina. Peng Shuai, tennista cinese di 35 anni che aveva accusato sui social l’ex vice primo ministro cinese, Zhang Gaoli, oggi settantacinquenne, di aggressione sessuale, ha fatto perdere le sue tracce da una settimana e tutto il Paese è in apprensione per lei
Peng è un nome molto noto all’interno del panorama sportivo avendo vinto il titolo del doppio a Wimbledon (2013) e al Roland Garros (2014). Nel 2014 ha poi raggiunto le semifinali dell’Us Open. Attualmente è la n. 189 del singolare e 248 del doppio e la sua ultima partita risale al febbraio 2020.
Il 2 novembre su Weibo aveva raccontato il rapporto sessuale alla quale è stata forzata da Zhang Gaoli, primo membro del partito per la prima volta coinvolto nello scandalo #Metoo.
Il suo post era stato rimosso dopo 20 minuti dalla autorità. Persino la stessa parola “tennis” (wangqiu) è stata cancellata dalla piattaforma social cinese, oltre ovviamente all’impossibilità di trovare sulla rete il nome dell’atleta stessa.
Attualmente la vicenda non sembra avere alcuna risonanza in Cina, dato che nessun esponente della politica ha commentato la notizia.
Preoccupazione è stata espressa dall’attivista cinese Lu Pin, che ora vive nel New Jersey.
Alcune fonti ritengono ottimisticamente che sia possibile che Peng Shuai si sia rifugiata negli Stati Uniti.
Zhang Gaoli, oltre ad aver esercitato il ruolo di vicepremier Li Keqiang, durante il mandato da Presidente di Xi Jinping, dal 2012 al 2017 è stato elemento del Comitato permanente del Politburo del Partito Comunista cinese.
Il presidente e amministratore delegato della Women’s Tennis Association, Wta, Steve Simon, ha chiesto un’indagine “completa, equa e trasparente” da parte del governo cinese, riporta The Guardian.
Simon ha detto al New York Times che la Wta ha ricevuto conferma da diverse fonti, tra cui la Chinese Tennis Association, che Peng era «al sicuro e non sotto minaccia fisica».
Tuttavia, ha detto che nessuno della Wta è stato in grado di raggiungerla; Secondo Simon, la campionessa cinese era a Pechino, ma non è stato in grado di confermarlo. Ha detto che la Wta ha poca influenza sulle autorità cinesi, «ma non ci tireremo indietro».
Salvatore Nicoletta