Con la diminuzione dei casi di coronavirus e la graduale abolizione delle restrizioni ai viaggi, il settore turistico cinese si sta cautamente riprendendo dopo due anni di affari a fasi alterne. Mercoledì scorso, il ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione ha annunciato l’eliminazione dell’asterisco dai registri di viaggio che indicava se una persona aveva recentemente visitato città ad alto rischio di esposizione al Covid-19.
Le persone con un asterisco nella loro storia di viaggio erano spesso soggette a regole confuse e incoerenti che potevano includere il rifiuto dell’ingresso, la quarantena e molteplici test di Covid-19. Si trattava di un grosso ostacolo ai viaggi, riporta Scmp.
L’agenzia di viaggi online Qunar.com ha registrato un’impennata del 60% nelle ricerche di biglietti aerei entro mezz’ora dall’abbandono del sistema degli asterischi, mercoledì pomeriggio, mentre le ricerche di hotel sono raddoppiate e quelle di biglietti ferroviari sono aumentate del 150%. Su Trip.com, un’altra agenzia di viaggi online, le ricerche di destinazioni di viaggio popolari sono aumentate di oltre il 300%.
Gli agenti di viaggio di Xinjiang, Chongqing, Xiamen e Yunnan hanno dichiarato che il numero di turisti è aumentato. Tuttavia, gli ostacoli rimangono e la ripresa è ben lontana dai livelli pre-pandemici, dicono gli operatori.
Rispetto agli ultimi mesi, il numero di turisti è leggermente migliorato nella provincia di Guangxi, una regione autonoma nel sud-ovest della Cina, famosa per il suo territorio montuoso e la cultura indigena, secondo Davos Intelligence, di Guangxi.
Chi va meglio sono sopratutto le agenzie statali; sebbene le aziende sostenute dallo Stato stiano andando meglio, infatti, le piccole aziende private potrebbero non essere presenti per vedere la piena ripresa del settore.
Pechino si sta rifiutando di abbandonare la sua politica dello zero-Covid, e il presidente Xi Jinping ha ribadito che l’approccio duro continuerà anche se potrebbe danneggiare l’economia. La politica, che si basa su chiusure, test di massa e quarantena nelle strutture governative per contenere il virus, ha colpito in modo particolare l’industria dei viaggi.
Secondo Fastdata, un think tank e fornitore di dati online, nel primo trimestre i viaggi dei turisti cinesi sono diminuiti del 18,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli 830 milioni; inoltre più del 92,3% delle agenzie di viaggio in Cina ha subito perdite lo scorso anno, così come più dell’80% dei siti turistici e più del 70% degli hotel e delle pensioni.
Lucia Giannini