di Antonio Albanese CINA – Pechino 06/12/2016. Il Consiglio di Stato cinese, nei giorni scorsi, ha approvato il piano di riduzione della povertà per il XIII piano quinquennale 2016-2020.
La riduzione della povertà è l’obiettivo più difficile da conseguire per la Cina tesa come è a costruire una società moderatamente prospera, di cui la povertà rurale è l’anello più debole, si afferma nel documento ripreso da Xinhua.
Nel piano sono comprese misure di soccorso dettagliate contro la povertà della nazione, l’attuazione di strategie di sviluppo regionale, dando particolare attenzione ed enfasi alle basi rivoluzionarie e avendo al centro il ruolo del partito, e si affrontano i temi delle minoranze etniche e di frontiera.
Il piano si caratterizza per una serie di iniziative politico-economiche per sovvenire alla povertà sociale, sempre dirette dal governo di Pechino, dal mercato e dalla società, una triade che illustra bene le tre gambe dello sviluppo cinese contemporaneo; l’azione di questi tre elementi sarà tesa a spezzare le pastoie che oggi bloccano lo sviluppo delle aree colpite dalla povertà con il fine di aiutare i poveri ad aumentare le loro capacità di raggiungere uno sviluppo autonomo.
La Cina prevede di innalzare completamente, cioè eliminare, il suo livello di povertà entro il 2020; obiettivo principale delle manovre sono le persone che vivono nei 128mila villaggi poveri della nazione e nelle 832 contee povere, dove la povertà è diventata una questione regionale, afferma il documento.
Le principali attività per i prossimi cinque anni includeranno il provvedere ai bisogni di base: bisogni alimentari, di alloggio; educativi e sanitario. Questo soddisfacimento è ritenuto basilare per raggiungere l’obiettivo 2020. Nel documento poi vengono ripercorsi i passi effettuati fino ad ora: la lotta alla povertà è una delle priorità della Cina: infatti dall’inizio della riforma, nel 1978, il boom economico vissuto dalla Repubblica popolare cinese ha contribuito ad allontanare più di 700 milioni di persone dalla povertà. Alla fine del 2015, la Cina aveva ancora 55,75 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà nazionale valutata in meno di 2800 yuan all’anno.
Nelle aree povere le persone saranno incoraggiate a sviluppare industrie competitive, agricoltura, turismo ed e-commerce; inoltre, esiste la possibilità di potersi trasferire dalle regioni particolarmente disagiate e povere ad altre con maggiori possibilità attraverso una serie di misure di sostegno reddituale.
Sono fase di programmazione e di lancio una serie di programmi speciali per creare più posti di lavoro per i poveri, migliorarne l’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’ambiente ecologico delle aree colpite dalla povertà, recita il documento, che dedica spazio anche alle persino affette da disabilità, affermando che il governo intende garantire standard di vita di base per le persone inabili al lavoro.