CINA. R1, IA di DeepSeek, il glocale orientale è realtà 

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Il successo iniziale della Cina è stato in effetti guidato dalla produzione orientata all’esportazione e dall’industria pesante statale. Più di 65 delle 69 aziende cinesi nella Fortune Global 500 sono di proprietà statale.

Lo scenario sta oggi cambiando. Alla fine degli anni ’90, le imprese statali rappresentavano più della metà della produzione industriale cinese. Oggi, ne producono circa il 30%. Le aziende private sono diventate il motore dell’economia per la creazione di posti di lavoro e i guadagni di efficienza, riporta AT. Le aziende private ora contribuiscono per oltre il 50% alle entrate fiscali e oltre il 60% al PIL. I consumi, a lungo oscurati da investimenti ed esportazioni, hanno acquisito importanza, passando dal 35% del PIL di un decennio fa a quasi il 55% entro il 2023.

Nuove politiche rafforzano gli attori privati ​​offrendo un maggiore accesso alle infrastrutture scientifiche e canali di finanziamento migliorati. L’obiettivo è chiaro: preservare la supervisione strategica dello Stato sfruttando al contempo il dinamismo del settore privato.

Un esempio di questo dinamismo del settore privato è DeepSeek, fondata dal gestore di hedge fund Liang Wenfeng. L’azienda ha svelato il suo modello di linguaggio di grandi dimensioni R1, un sistema di intelligenza artificiale innovativo sviluppato con un budget relativamente modesto.

Le prime innovazioni IA degli Stati Uniti hanno fatto da battistrada per DeepSeek verso un percorso orientale all’IA che si discosta nettamente dalle norme occidentali: l’azienda ha sviluppato nuovi metodi di formazione e “capacità di ragionamento puro” senza dati supervisionati, il tutto rifiutando il tipico modello di massiccio investimento di risorse visto in America.

Operando sotto vincoli hardware imposti dalle sanzioni, DeepSeek ha creato tecniche di ottimizzazione uniche per utilizzare appieno GPU meno potenti, un’impresa che ha sorpreso i ricercatori statunitensi. Utilizzando solo 2.048 GPU Nvidia H800 e 5,6 milioni di dollari, ha addestrato un modello con 671 miliardi di parametri, paragonabile agli sforzi di OpenAI e Google, che spendono multipli di quella cifra.

Per Pechino, l’autosufficienza tecnologica è da tempo una caratteristica economica di priorità strategica. In un recente incontro di imprenditori con il premier Li Qiang, il secondo leader più potente della Cina, il messaggio è stato diretto: “Concentrare gli sforzi per sfondare nelle tecnologie chiave fondamentali”.

Il successo di DeepSeek è in linea con questa visione. L’approccio “local-first” dell’azienda, che prevede l’assunzione di dottori di ricerca provenienti da università cinesi, illustra la strategia più ampia di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera e coltivare al contempo talenti locali. Fa parte di una spinta più ampia verso un ecosistema di innovazione autosufficiente in grado di resistere alle pressioni geopolitiche.

L’evoluzione economica della Cina è uno spostamento verso l’alto nella catena del valore: il paese continua a sfruttare la sua abilità manifatturiera, per dominare settori ad alta tecnologia come l’energia rinnovabile, i veicoli elettrici e adesso l’intelligenza artificiale.

Allo stesso tempo, la Cina è leader mondiale nei brevetti correlati all’intelligenza artificiale e vanta uno dei più grandi bacini di laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. La sua economia digitale rappresenta oltre il 40% del PIL.

Liquidare l’economia cinese come se avesse “raggiunto il picco” trascura la sua continua metamorfosi. L’ascesa di aziende come DeepSeek sottolinea il dinamismo del settore privato cinese nel guidare l’innovazione e superare i vincoli imposti dall’esterno. I risultati di DeepSeek esemplificano una narrazione più ampia di resilienza.

Una prospettiva più sfumata rivela la transizione della Cina da un modello basato sulle esportazioni e sugli investimenti a uno incentrato sul consumo interno e sull’innovazione tecnologica. Lungi dall’essere abbandonata, la sua vasta infrastruttura manifatturiera è in fase di ammodernamento e ridistribuzione per supportare un futuro ad alta tecnologia. 

Antonio Albanese

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