CINA. Porte aperte agli USA in AIIB

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di Graziella Giangiulio CINA – Pechino 18/01/2017. Per il presidente della Asian Infrastructure Investment Bank, gli Stati Uniti sono sempre i benvenuti dentro Aiib. In una sua intervista recente su China Daily, Jin Liqun (nella foto) ha detto che : «La porta rimarrà aperta», per l’adesione degli Stati Uniti, «Manteniamo una politica coerente. Aiib è un’istituzione multilaterale per lo sviluppo», aggiungendo che sono circa 30 le economie in procinto di unirsi a Aiib. L’istituto di credito, con 100 miliardi di dollari di capitale impegnato in nove progetti in sette paesi nel 2016.
A gennaio 2016, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha respinto l’adesione, e poi ha assistito all’adesione di alcuni dei suoi più stretti alleati. Ora Pechino si sta preparando per la nuova amministrazione di Donald Trump. Jin, un ex vice ministro delle finanze che ha lavorato anche presso la Banca mondiale e la Banca asiatica di sviluppo, è ancora ottimista nonostante le recenti tensioni: «Siamo in grado di lavorare molto bene insieme».

Il pretendete ha aggiunto che funzionari del governo degli Stati Uniti, sia democratici che repubblicani, hanno condiviso con lui il loro apprezzamento per la nuova istituzione: «Sono incoraggiato dai commenti molto positivi sulla Aiib». La banca ha ricevuto una grande spinta lo scorso anno quando Regno Unito, Germania, Francia e Italia ne sono diventati membri, dopo Australia, Corea del Sud e Canada. I progetti Aiib variano da un progetto di sviluppo dei sobborghi in Indonesia a un nuovo gasdotto che collega i giacimenti di gas in Azerbaigian verso i mercati dell’Europa meridionale, attraverso la Turchia.
La banca ha prestato 1,73 miliardi di dollari nel 2016, cifra superiore all’obiettivo precedentemente fissato di 1,2 miliardi. Jin ha detto che il 75 per cento dei progetti della banca finora sono proposti e co-finanziato con istituti di credito già esistenti, tra cui la Banca Mondiale di Washington, la Adb di Manila e Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo di Londra.

Jin si è detto fiducioso che l’economia del paese terrà e andrà bene durante la sua transizione verso i nuovi driver di crescita: «La Cina si trova ad affrontare una serie di sfide, in particolare la ristrutturazione dell’economia, passando dall’eccessiva dipendenza dei settori esterni al consumo interno, migliorando l’efficienza dell’economia cinese; non si mira semplicemente a incrementare i numeri della crescita».

Jin ha poi detto: «Se si guarda al breve termine alla ripresa ciclica, e alla tendenza a lungo termine, questi due fattori sembrano andare molto bene».