
Un gruppo di ricercatori cinesi afferma di aver sviluppato un’applicazione di intelligenza artificiale in grado di prevedere la rotta dei missili ipersonici, consentendo potenzialmente alle attuali difese aeree di Pechino di intercettare tali minacce.
Un’arma ipersonica a planata può entrare e uscire dall’atmosfera come un sasso che salta sull’acqua ed eseguire manovre evasive casuali mentre vola a una velocità cinque volte superiore a quella del suono, rendendo tali armi quasi impossibili da intercettare con le attuali tecnologie di difesa aerea. Le cose potrebbero cambiare, tuttavia, se l’affermazione cinese fosse comprovata.
In un articolo pubblicato lo scorso aprile sul Journal of Astronautics, una pubblicazione peer-reviewed gestita dalla Società cinese di astronautica, i ricercatori dell’Air Force Early Warning Academy di Wuhan hanno dichiarato di aver creato un’intelligenza artificiale in grado di calcolare la rotta più probabile di un’arma ipersonica durante la sua fase terminale, utilizzando i dati raccolti nelle prime fasi del volo ipersonico.
Ciò è reso possibile dal fatto che qualsiasi missile, per quanto veloce o moderno, è limitato da leggi fisiche fisse e quindi ogni movimento del proiettile ad alta velocità può essere analizzato per fornire indizi sulla sua progettazione, capacità e missione.
Secondo quanto riferito, la nuova IA cinese è più sofisticata di qualsiasi altra utilizzata in precedenza per la previsione delle traiettorie ipersoniche e può produrre risultati in 15 secondi su un computer portatile. I test simulati hanno suggerito che rimane efficace contro le armi ipersoniche che volano fino a 12 volte la velocità del suono, riporta AT.
I ricercatori sostengono che un sistema di difesa aerea alimentato dalla loro IA può stimare la potenziale traiettoria letale di un’arma ipersonica in arrivo e avviare una contro-risposta entro un tempo di tre minuti.
Tuttavia, hanno anche notato che i dati grezzi raccolti dai sistemi di allerta missilistica contengono così tanto “rumore” che potrebbero confondere l’IA e sovraccaricare i computer che eseguono l’applicazione.
Per risolvere questi problemi, i ricercatori hanno sviluppato un esclusivo algoritmo di apprendimento profondo che rimuove automaticamente il rumore dai segnali rilevati e imita il cervello umano concentrandosi solo sui dati più recenti e importanti.
La Cina non è l’unica a esplorare il ruolo dell’IA nella difesa missilistica. Anche gli Stati Uniti stanno studiando applicazioni dell’IA contro le minacce missilistiche, come i missili balistici più maneggevoli e a guida di precisione, i missili da crociera a bassa quota e le armi ipersoniche.
Le difese missilistiche dotate di intelligenza artificiale potrebbero anche essere collegate in rete tra loro per mantenere un’elevata prontezza e proteggere le aree critiche in uno scenario di potenziale conflitto, soprattutto in un momento di crescenti tensioni geopolitiche.
Lucia Giannini