Il governo cinese sta adottando pesanti misure per ridurre il tasso di natalità tra gli uiguri e le altre minoranze, nell’ambito di una vasta campagna per ridurre la popolazione musulmana, anche se incoraggia una parte della maggioranza Han del paese ad avere più figli.
Questa pratica sarebbe molto più diffusa e sistematica di quanto non si sapesse in precedenza, secondo Ap. La campagna degli ultimi quattro anni nel Xinjiang sta portando a quella che viene definita una forma di “genocidio demografico”. Lo Stato sottopone regolarmente le donne appartenenti a minoranze a controlli di gravidanza, e impone l’uso di dispositivi contraccettivi intrauterini, la sterilizzazione e persino l’aborto su centinaia di migliaia di persone; anche se l’uso di Iud (spirale) e la sterilizzazione è diminuito a livello nazionale, nello Xinjiang è in forte aumento.
Le misure di controllo della popolazione sono sostenute dalla detenzione di massa sia come minaccia che come punizione per il mancato rispetto delle norme. Avere troppi bambini è uno dei motivi principali per cui la gente viene mandata nei campi di detenzione, riporta Ap.
Il risultato della campagna di controllo delle nascite è il terrore diffuso nell’avere figli: i tassi di natalità nelle regioni prevalentemente uigure di Hotan e Kashgar sono precipitati di oltre il 60% dal 2015 al 2018, l’ultimo anno disponibile nelle statistiche governative. In tutta la regione dello Xinjiang, i tassi di natalità continuano a precipitare, quasi il 24% nel 2019, rispetto ad appena il 4,2% a livello nazionale. La politica del governo di controllo delle nascite ha trasformato lo Xinjiang da una delle regioni cinesi in più rapida crescita a una delle più lente degli ultimi anni.
Il ministero degli Esteri cinese ha definito la storia una bufala, dicendo che il governo tratta tutte le etnie allo stesso modo e protegge i diritti legali delle minoranze.
Per decenni, la Cina ha avuto uno dei più estesi sistemi di diritti delle minoranze al mondo, con gli uiguri e altri che hanno ottenuto più punti agli esami di ammissione al college, l’assunzione di quote per i posti di governo e restrizioni più permissive sul controllo delle nascite. In base alla politica del “figlio unico”, ormai abbandonata, le autorità avevano a lungo incoraggiato, spesso forzatamente, l’uso di contraccettivi, la sterilizzazione e l’aborto nei cinesi Han. Ma alle minoranze erano ammessi due bambini, tre se venivano dalle campagne.
Nel 2014, subito dopo la visita di Xi nello Xinjiang, furono attuate politiche di pianificazione familiare uguali per tutte le etnie; ma in pratica i cinesi Han sono in gran parte risparmiati dagli aborti, dalle sterilizzazioni, dagli inserimenti di spirali e dalle detenzioni per aver avuto troppi figli mentre alle minoranza come agli uiguri no.
La crescente popolazione musulmana è stata un terreno fertile per la povertà e l’estremismo, religioso e politico, secondo un documento del 2017 dell’Istituto di sociologia dell’Accademia delle scienze sociali dello Xinjiang.
La campagna di controllo delle nascite per gli uiguri avrebbe lo scopo di purgarli dalla loro fede e dalla loro identità e per assimilarli con la forza. Sono sottoposti a rieducazione politica e religiosa nei campi e ai lavori forzati nelle fabbriche, mentre i loro figli sono indottrinati negli orfanotrofi.
A partire dal 2017, centinaia di migliaia di persone sono finite in prigioni e campi di concentramento per presunti “segni di estremismo religioso” come viaggiare all’estero, pregare o usare i social media stranieri. Nell’ambito di questa campagna funzionari di partito e polizia hanno iniziato a rastrellare bambini e donne incinte. Ai residenti delle minoranze è stato ordinato di partecipare alle cerimonie settimanali di alzabandiera, dove i funzionari minacciavano la detenzione se non avessero registrato tutti i loro figli, oltre ad esami ginecologici forzati per le donne. In caso contrario si aprivano le porte dei lager.
Per cambiare l’equilibrio demografico dello Xinjiang, la Cina sta dando terra, posti di lavoro e sussidi economici per attirare i migranti Han; starebbe promuovendo i matrimoni tra cinesi Han e uiguri. Ma il successo si manifesta nei numeri delle spirali imposte forzatamente alle donne e la sterilizzazione.
Nel 2014, poco più di 200mila spirali erano state inserite nello Xinjiang; nel 2018, il dato è salito di oltre il 60% a quasi 330mila; nel contempo l’uso in altre parti della Cina è crollato, dato che molte donne hanno iniziato a far rimuovere i dispositivi.
Antonio Albanese