Il 25 settembre, la Cina ha testato un missile balistico intercontinentale nell’Oceano Pacifico, alimentando preoccupazioni per la sicurezza nella regione, già tesa per le rivendicazioni territoriali di Pechino e la rivalità con gli Stati Uniti.
L’ultimo Icbm noto della Cina è il DF-41, entrato in servizio per la prima volta nel 2017 e con una gittata operativa fino a 12.000-15.000 km, in grado di raggiungere la terraferma degli Stati Uniti.
L’Icbm trasportava una testata fittizia ed è caduto in un’area designata del mare, ha affermato il Ministero della Difesa in una dichiarazione pubblicata sui social media, rirpota AP. Il lancio da parte della Forza missilistica dell’Esercito popolare di liberazione faceva parte dell’addestramento annuale di routine, rispettava il diritto internazionale e non era diretto contro alcun paese o obiettivo, secondo la dichiarazione.
L’ultimo test ICBM della Cina avviene nel mezzo di una crescente attività missilistica nella regione Asia-Pacifico. All’inizio di questo mese, la Corea del Nord ha condotto diversi test missilistici balistici a corto raggio, con lanci diretti verso il Mar del Giappone.
Non è chiaro con quale frequenza la Cina conduca test su una tale distanza. Nel 1980, la Cina ha lanciato un Icbm nel Pacifico meridionale. Una mappa pubblicata sui giornali cinesi all’epoca mostrava l’area bersaglio come un cerchio al centro di un anello formato dalle Isole Salomone, Nauru, le Isole Gilbert, Tuvalu, Samoa occidentali, Figi e Nuove Ebridi.
Stando a Scmp, l’ultimo test segna la seconda valutazione completa della Cina delle sue capacità Icbm. Il test avrebbe dimostrato l’affidabilità della tecnologia missilistica cinese. Questo test, per Scmp, test ha visto la Rocket Force lanciare il missile verso una “zona specifica dell’Oceano Pacifico” per testarne la “traiettoria completa”. Si tratterebbe di una “valutazione approfondita” del sistema d’arma e indicherebbe anche che la tecnologia missilistica della Rocket Force è “matura” e ha prestazioni “affidabili”, e che la forza possiede “forti capacità operative”.
Secondo il giornale di Hong Kong, l’Icbm testato avrebbe potuto essere un DF-31 o un DF-41. La missilistica è da tempo parte dello sviluppo della Cina in una grande potenza globale, stimolando il sentimento nazionale e la crescita economica che hanno reso la Cina la seconda economia più grande del mondo.
Un rapporto del Pentagono, riporta Business Standard, sugli sviluppi militari e di sicurezza della Cina, pubblicato nell’ottobre dello scorso anno, ha osservato che la Rocket Force cinese sta “portando avanti i suoi piani di modernizzazione a lungo termine per migliorare le sue capacità di ‘deterrenza strategica’”, che includono lo sviluppo di nuovi Icbm.
Il rapporto ha inoltre indicato che la Cina “ha raddoppiato e continua ad aumentare il numero di lanciatori nella maggior parte delle unità Icbm”, stimando che nel 2022 ci fossero circa 350 Icbm, inclusi i modelli DF-31 e DF-41, con tre nuovi giacimenti di silos a propellente solido in costruzione.
Antonio Albanese
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