CINA. Pechino aiuterebbe Trump a ricostruire le infrastrutture USA

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La Cina ha offerto di prendere parte al piano del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump da 1,5 trilioni di dollari per riparare e migliorare le infrastrutture americane, dicendo che sarebbe un progetto complementare alla sua Belt and Road Initiative. La proposta, come riporta Scmp, è stata fatta da Yang Chuantang, segretario del partito del ministero dei Trasporti, al nono China-US Transportation Forum a Pechino.

Al forum ha partecipato Elaine Chao, segretario ai trasporti degli Stati Uniti, primo membro dell’amministrazione Trump a visitare la Cina da quando i paesi hanno iniziato la loro guerra commerciale. Chao non ha fatto alcun riferimento ai recenti conflitti commerciali tra i due paesi al forum, né ha risposto all’offerta cinese di partecipare al piano di infrastrutture di Trump. 

Come si ricorderà, a febbraio Trump ha presentato un piano di spesa di 1,5 trilioni di dollari per la riparazione e il potenziamento delle infrastrutture americane, di cui solo 200 miliardi dollari proverranno da spese federali dirette.

La proposta, che faceva parte della campagna elettorale di Trump, non è ancora stata avanzata dal Congresso a causa delle dispute sui finanziamenti. Con l’aiuto di accordi di trasferimento di tecnologia tra le compagnie ferroviarie statali e i fornitori stranieri desiderosi di accedere al suo mercato, la Cina ha costruito la più grande rete ferroviaria ad alta velocità del mondo, che è diventata simbolo del progresso tecnologico del paese.

Anche la Cina ha iniziato ad esportare la sua tecnologia e i suoi prodotti negli ultimi anni, compresi i contratti vinti dalla China Railway Rolling Stock Corporation per la costruzione di vagoni della metropolitana di Boston, Chicago e Los Angeles.

La “diplomazia ferroviaria” cinese si è manifestata anche attraverso altri esempi: nel 2016, XpressWest, del Nevada, ha lanciato una joint venture con China Railway International per costruire un collegamento ad alta velocità tra Las Vegas, Nevada, e Los Angeles, California, nonostante Trump abbia emesso l’ordine esecutivo “Buy American, hire American” un anno fa, che indirizzava le agenzie federali a dare priorità all’uso di contenuti realizzati in America nei progetti governativi e rendeva più severa l’assegnazione dei visti ai lavoratori stranieri. Molte deroghe a queste leggi sono state concesse nell’ambito di accordi commerciali, volti a garantire l’accesso reciproco ai mercati degli appalti.

Antonio Albanese