ONG a rischio in Cina

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CINA – Pechino 09/03/2015. Le organizzazioni non governative estere in Cina si stanno preparando a subire le conseguenze di una nuove legge che il governo sta per far approvare tesa a regolamentare la loro attività: il timore è che possa frenare le loro iniziative.

Gli attivisti affermano che la nuova legge rientri in un ampio trend dell’amministrazione di Xi Jinping per frenare il dissenso. Il progetto di legge proibirebbe alle ong straniere le attività che violino le «abitudini morali della società cinese» e proibirebbe la creazione di “filiali” in Cina. Il progetto di legge riporta che le ong straniere saranno regolate da una “business unit”, formata dalla polizia e da altre autorità. Il ministero della Pubblica Sicurezza e i suoi dipartimenti provinciali gestiranno la registrazione delle ong straniere. Per quel che riguarda i finanziamenti esteri, questi dovranno provenire da fonti riscontrabili e le ong “legali”, cioè riconosciute non sarebbero autorizzate a raccogliere fondi in Cina. Yang Huanning, vice-ministro della pubblica sicurezza, risponde alle accuse di censura dalle colonne dei media statali affermando che la legge mira a proteggere i diritti legali e gli interessi delle ong. In Cina sono presenti circa seimila ong straniere e ad oggi Pechino non ha leggi che le regolino il settore, ma alcune di loro sono registrate come uffici di rappresentanza di fondazioni, mentre altre, sia cinesi che straniere, si registrano come imprese e operano senza alcuna autorizzazione.