CINA. Mosca via dallo Swift? Vantaggi per Pechino e corsa alla de-dollarizzazione

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Le nuove sanzioni di Washington contro la Russia non hanno riguardato la misura più ovvia che gli Stati Uniti potrebbero prendere per colpire Mosca, cioè l’esclusione dal sistema di pagamenti internazionali Swift.

Le banche conducono praticamente tutte le transazioni in valuta tramite Swift, o la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication. Ma una nuova alternativa cinese potrebbe permettere alla Russia di condurre la maggior parte del suo commercio in yuan piuttosto che in dollari.

Il sistema cinese di pagamenti internazionali transfrontalieri, Cips, fondato nel 2015, è ancora in fase di sviluppo e comprende solo 80 banche straniere, riporta AT. Ma non c’è ragione di principio che Cips non possa sostituire Swift. E se la Russia spostasse con successo i suoi pagamenti commerciali fuori dal sistema del dollaro, il colpo al prestigio e al potere americano sarebbe enorme. La de-dollarizzazione del commercio è in discussione in Europa occidentale.

La rivista tedesca Manager Magazine ha scritto il 14 febbraio: «L’esclusione dal sistema di pagamento internazionale Swift è considerata l’arma più affilata che l’Occidente potrebbe brandire come sanzione economica contro la Russia. Tuttavia, è un’arma a doppio taglio: le conseguenze economiche non sarebbero gravi solo in Russia, ma anche in Europa occidentale. Inoltre, il disaccoppiamento di Russia e Cina dal dollaro statunitense sarebbe accelerato. Entrambi i paesi stanno già lavorando su sistemi di pagamento concorrenti».

La Russia ha anche sviluppato un sistema di messaggistica interbancaria, che ora copre circa il 20% dei pagamenti finanziari nazionali. Lo yuan cinese ha vantaggi e svantaggi come sostituto del dollaro. Ha guadagnato circa l’8% contro il dollaro da quando è iniziata la recessione del Covid all’inizio del 2020.

Il tasso di inflazione al consumo in Cina si aggira intorno all’1% su base annua contro il 7,5% negli Stati Uniti, e lo yuan in qualche misura ha agito come una copertura contro l’inflazione del dollaro.

Lucia Giannini