Pechino tutela la ricerca sui fondali

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CINA – Pechino 28/02/2016. Pechino il 26 febbraio ha approvato la prima legge sull’espolorazione profonda delle risorse del fondo marino per proteggere l’ambiente del mare e garantirne lo sfruttamento sostenibile.

Il governo cinese in questa maniera intende incoraggiare e sostiene la cooperazione internazionale nell’esplorazione, lo sfruttamento e le indagini delle risorse del fondo marino, oltre a incrementare gli sforzi comuni per la protezione dell’ambiente, la ricerca e la formazione scientifica. Gli interessati alla ricerca sui fondali marini profondi devono presentare i loro piani agli enti di controllo marittimo cinesi, comprese le proprie valutazioni di impatto ambientale. Solo dopo che l’approvazione potrà essere presentata la domanda in grado di pianificare l’attività.
La normativa, che entrerà in vigore il 1° maggio, impone anche al governo di formulare piani e di promuovere la ricerca e le indagini sulle risorse. La Cina è uno dei firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, in cui si afferma che i fondali internazionali e le loro risorse sono di proprietà comune dell’umanità. Nel dettaglio si impone a tutti gli operatori di possedere un meccanismo di pronto intervento e di riferire immediatamente alle autorità tutte le emergenze per ridurre i danni alle persone e all’ambiente. Se l’ambiente marino viene inquinato a causa delle attività, gli operatori possono essere multati fino a un milione di yuan. Gli operatori sono inoltre tenuti a prendere misure per preservare l’ecosistema marittimo e la biodiversità. La legge conferisce agli operatori diritti esclusivi per esplorare e sviluppare alcune risorse, con l’obbligo di proteggere eventuali relitti o oggetti trovati durante l’esplorazione.