Pechino licenzia quasi due milioni di lavoratori

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CINA – Pechino 01/03/2016. Circa 1,8 milioni di lavoratori nei settori del carbone e dell’acciaio perderanno il posto di lavoro alla luce degli sforzi di Pechino di ridurre l’eccesso di capacità industriale.

L’annuncio è stato dato dal ministro delle Risorse umane e la Sicurezza sociale Yin Weimin il 29 febbraio, riporta il South Morning China Post. Yin ha detto che il governo centrale avrebbe stanziato 100 miliardi di yuan per i lavoratori licenziati, aggiungendo che era “sicuro” di una transizione graduale, per mantenere, nel 2016, stabile l’occupazione nel complesso, nonostante la frenata dell’economia.
Non è stata data nessuna data per l’inizio del licenziamenti: che dovrebbero riguardare 1,3 milioni nel settore del carbone, e 500.000 nell’industria del ferro e dell’acciaio. All’inizio di febbraio, il Consiglio di Stato aveva detto che la Cina non avrebbe approvato nessun nuovo livello di produzione di carbone nei prossimi tre anni, e anzi avrebbe ridotto di circa 500 milioni di tonnellate la capacità produttiva entro tre-cinque anni. Nel 2015, la Cina ha registrato un calo nell’uso del carbone per il secondo anno consecutivo, sceso del 3,7 per cento, secondo i dati ufficiali. Yin ha negato la creazione di un buco pensionistico e ha detto
che il fondo pensione nazionale ha registrato un surplus di oltre 300 miliardi di yuan, promettendo un’ulteriore riforma del regime pensionistico nazionale per garantire che il fondo resti sostenibile davanti ad una società che invecchia. I dettagli per l’aumento graduale dell’età pensionabile saranno resi pubblici entro la fine del 2016; oggi, l’età pensionabile ufficiale della Cina per la maggior parte degli uomini è 60 anni; per le donne, è 55, per le dipendenti del settore pubblico e per le dipendenti d’imprese di Stato, mentre è di 50 per le altre.