CINA. La guerra commerciale mette a rischio la rielezione di Trump

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La Cina ha inviato un avvertimento formale agli Stati Uniti per chiarire la sua disponibilità a difendere i propri interessi, dopo che l’amministrazione del presidente Donald Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi sulle importazioni cinesi per un valore massimo di 60 miliardi di dollari. Il vice primo ministro Liu ha parlato con il ministro del Tesoro statunitense Steven Mnuchin al telefono il 24 marzo, il primo contatto ad alto livello tra i due governi da quando la Casa Bianca ha aperto le ostilità commerciali, riporta Scmp.

Sempre il 24 marzo, il Renmin ribao, il Giornale del Popolo, organo ufficiale della Cina ha pubblicato un proprio avvertimento, suggerendo che diverse aziende americane, tra cui Apple, Boeing, Intel, Qualcomm e Texas Instruments, sarebbe tra i più grandi perdenti in caso di guerra commerciale.

Riporta Xinhua che Liu ha detto a Mnuchin che l’accusa degli Stati Uniti sulle presunte violazioni della Cina dei diritti di proprietà intellettuale è contro le regole del commercio internazionale e non avrebbe avvantaggiato gli Stati Uniti, la Cina o il resto del mondo.

Si prevede che l’elenco Usa comprenderà prodotti coperti dal piano Made in China 2025, la strategia di Pechino per rendere il paese più autosufficiente in una serie di tecnologie, tra cui veicoli a nuova energia, aerospaziale, aeronautica e attrezzature di ingegneria marittima, la robotica e il cloud computing.

Oltre alle tariffe, Trump ha anche incaricato Mnuchin di proporre nuove restrizioni agli investimenti per le società cinesi entro 60 giorni. Parlando al China Development Forum di Pechino il 24 marzo, l’ex ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei ha detto che, oltre alle misure di ritorsione già annunciate Pechino dovrebbe prender di mira le esportazioni americane di soia, automobili e aerei.

A seconda delle azioni degli Stati Uniti, anche altri settori, come il turismo, potrebbero essere interessati, ha detto l’ex ministro. Nel frattempo, il commento nel Renmin Ribao del 24 marzo suggerisce che una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti avrebbe danneggiato le prospettive di rielezione di Trump nel 2020: «La Cina è attualmente il primo mercato di esportazione per 33 stati negli Stati Uniti, e il primo mercato per altri 13 (…) Se gli Stati Uniti iniziassero una guerra commerciale per limitare i beni e gli investimenti della Cina, 425 dei 535 seggi del Collegio elettorale che hanno ricevuto investimenti dalla Cina userebbero il loro voto per esprimere la loro opinione dopo che i loro interessi sono stati danneggiati», una minaccia più di una promessa. La Cina è il più grande acquirente di soia americana e aerei, e il secondo più grande per auto, microchip e cotone, riporta il giornale del partito comunista.

Antonio Albanese