CINA. La Guardia Costiera potrà fare la guerra nel Mar Cinese meridionale e Orientale

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La Cina farà avanzare ulteriormente l’integrazione della sua guardia costiera con l’esercito permettendo esercitazioni e operazioni di guerra congiunte, fortificando l’aggressiva attività marittima del paese nei mari della Cina orientale e meridionale.

Il Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo ha approvato le modifiche alla legge che regola le forze di polizia armata, riporta Xinhua, che aggiunge si tratti della prima revisione della legge in 11 anni.

Attraverso l’integrazione, la leadership del presidente Xi Jinping cerca di costruire una rete di difesa che possa gestire senza soluzione di continuità tutto, dal pattugliamento marittimo alle operazioni militari. L’obiettivo è quello di espandere il suo peso militare nella regione con un occhio di riguardo alla rivalità con gli Stati Uniti per la supremazia marittima.

La legge riveduta mette la Polizia del Popolo sotto il comando della Commissione Militare Centrale, guidata da Xi, o cinque comandi teatrali, durante il periodo di guerra. La stessa regola si applica alla guardia costiera, che fa parte della stessa struttura, riporta Nikkei.

La revisione permette all’esercito e alla guardia costiera di muoversi insieme se la leadership di Xi determinasse che una situazione costituisce un periodo di guerra nel Mar Cinese Orientale o nel Mar Cinese Meridionale. La guardia costiera potrà anche partecipare alle operazioni militari. Anche in tempi normali, la guardia costiera può condurre addestramenti, esercitazioni e salvataggi d’emergenza con l’esercito.

La guardia costiera è stata incorporata nella polizia militare sotto il comando della Commissione militare centrale nel luglio 2018, ma questa è la prima volta che il sistema e l’operazione sono stati stipulati in una legge.

La legge stabilisce inoltre che la «protezione degli interessi in mare e l’applicazione della legge» è una missione delle Forze armate di polizia del Popolo. Con un organico stimato tra i 600.000 e i 700.000 effettivi, la Polizia armata si è occupata per lo più di missioni a terra, come il mantenimento della sicurezza e la sorveglianza di importanti infrastrutture. La Cina potrebbe aumentare il numero del personale di sicurezza marittima.

I cambiamenti legali arrivano in un momento in cui le navi della Guardia costiera cinese stanno ripetendo incursioni nelle acque giapponesi vicino alle isole Senkaku, amministrate dal Giappone ma rivendicate dalla Cina come Diaoyu. Le navi della guardia costiera cinese sono entrate nella zona contigua per 68 giorni consecutivi a partire da sabato.

La guardia costiera giapponese è autorizzata a portare armi o a condurre perquisizioni a determinate condizioni, ma le incursioni di navi della guardia costiera cinese pesantemente armate nella zona costituirebbero una minaccia più grave.

Luigi Medici