
Nel 2019, i turisti provenienti dalla Cina erano tra i più diffusi al mondo, spendendo 250 miliardi di dollari all’estero, quasi il doppio rispetto agli americani, con più di 150 milioni di partenze su voli internazionali.
La pandemia ha scosso il settore dei viaggi cinese, così come quello mondiale. Ancora oggi i turisti cinesi sono lenti a tornare, riporta The Conversation.
È necessario comprendere che l’attuale crisi immobiliare della Cina è un fenomeno dalle dimensioni incredibili: il più grande costruttore cinese, Country Garden, ha perso 7,1 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023; gli investitori preoccupati per il potenziale default del debito hanno fatto crollare le sue azioni. Ed è il secondo caso dopo Evergrande.
China Evergrande Group ha registrato una perdita di 4,5 miliardi di dollari nello stesso periodo, nel 2021 è andata in default su 300 miliardi di dollari di debito, innescando l’attuale crisi.
Uno dei motivi principali dell’instabilità del settore immobiliare cinese ridiede nel fatto che i governi locali dipendono fortemente dalle entrate fiscali derivanti dalla vendita dei terreni, nonché dalle tasse sulla proprietà e dalle spese di sviluppo immobiliare. Allo stesso tempo, la popolazione ha investito circa il 70% del patrimonio nel settore immobiliare. Hanno cioè investito nella casa.
Questi fatti hanno indotto sia i costruttori che i governi locali a contrarre prestiti eccessivi per finanziare nuovi sviluppi. Quando il governo centrale ha iniziato ad attuare normative più rigorose per frenare la speculazione e controllare i prezzi, il mercato, prevedibilmente, si è via via raffreddato. Nel luglio 2023, le vendite di nuove case da parte dei 100 principali costruttori cinesi sono diminuite del 33% rispetto all’anno precedente e anche i prezzi stanno crollando.
Ciò ha avuto una cascata di effetti sull’economia cinese. Nell’immediato, in un contesto di calo della domanda di materiali da costruzione e manodopera, le assunzioni si sono raffreddate e i consumatori stanno stringendo la cinghia. Anche i governi locali stanno lottando per restare a galla con meno entrate, con alcune province costrette a tagliare gli stipendi e i benefici governativi.
La situazione è particolarmente difficile per i proprietari di case, che sono gravati dalla contrazione della ricchezza dovuta al calo dei prezzi delle case. Ciò ha avuto un effetto a catena sulla spesa, poiché i consumatori cauti danno sempre più priorità ai propri risparmi, peggiorando la sfida economica per le imprese di tutto il Paese.
L’industria del turismo globale è stata colpita duramente dal momento che i proprietari di case cinesi, attenti al budget, hanno ridotto le loro spese e quindi i viaggi. Nell’aprile 2023, il turismo cinese in Giappone era diminuito di circa l’85% rispetto al 2019, anche se le visite complessive in Giappone erano tornate al 70% rispetto ai livelli pre-pandemia. Anche il turismo cinese verso destinazioni europee popolari come Francia, Svizzera, Grecia e Spagna è diminuito drasticamente.
Nel complesso, si prevede che quest’anno la spesa per i viaggi all’estero della Cina diminuirà di quasi il 70% rispetto al picco pre-pandemia. Il turismo in Cina si sta riprendendo, in una certa misura, poiché i viaggiatori scelgono sempre più di trascorrere le vacanze più vicino a casa. La China Tourism Academy prevede che il turismo interno raggiungerà il 90% dei livelli pre-pandemia nel 2023.
Ma questo da solo non compenserà l’impatto della minore fiducia dei consumatori. Parte del motivo è che la quantità di denaro che i viaggiatori sono disposti a spendere è in calo. Da gennaio ad aprile 2022, circa 8.500 agenti e aziende turistiche hanno dichiarato fallimento.
Antonio Albanese