Pechino acquisisce il 35% di CDP Reti

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ITALIA – Roma 24/08/2014. Il 31 luglio scorso Cassa depositi e prestiti S.p.A. ha ufficializzato la cessione del 35% del capitale sociale di CDP Reti, holding che incorpora circa il 30% di Snam e Terna, a State Grid International Development Limited (SGID), società interamente controllata da State Grid Corporation of China (SGCC), per 2,1 miliardi di euro. 

 

SGCC, creata nel 2002 con un capitale di 200 miliardi di yuan (circa 24 miliardi di euro), è la più grande società al mondo di trasmissione e distribuzione di energia elettrica, coprendo l’88% dell’immenso territorio cinese, e si pone tra i propri obiettivi primari l’investire nel settore energetico anche oltre i confini nazionali.

In termini di management l’accordo riconosce ai cinesi il diritto di nominare due amministratori su cinque nel Cda di CDP Reti, di proporre «uno o due candidati che concorrano alla gestione operativa della società» e di designare un membro nei board di Snam e Terna. A SGID viene pure garantito il diritto di veto rispetto all’adozione, sia da parte del Cda che dell’Assemblea dei soci di CDP Reti, «di alcune particolari delibere». 

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha definito l’intesa utile a «rafforzare i rapporti commerciali e di investimento tra Cina e Italia, che già sono molto buoni e offre molte altre prospettive» ed anche i vertici di CDP, Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, sono convinti che l’accordo possa favorire l’istituzione di partnership finanziarie e industriali e «l’individuazione di aree potenziali di collaborazione» in vista di ulteriori investimenti di Pechino nel Belpaese.    

La vendita di parte del capitale sociale di CDP Reti rappresenta un passo importante nell’ampia strategia di privatizzazioni che il governo italiano intende attuare tra il 2014 e il 2018 al fine di ridurre il proprio debito pubblico. In consonanza con gli impegni europei, infatti, l’Italia “ha promesso” dismissioni annue pari allo 0,7% del Pil, ovvero circa 11 miliardi di euro. Tale cifra deriverà innanzitutto dalla imminente cessione di un ulteriore 14% di CDP Reti ad altri investitori istituzionali italiani, senza diritti di governance, quali ad esempio fondazioni bancarie, fondi pensione e casse di previdenza, ed attraverso l’avvio o il consolidamento del processo di privatizzazione di ENAV, Poste italiane, Eni, Enel, e Rai Way.

Il passaggio di una parte considerevole di CDP Reti al colosso pubblico cinese, tuttavia, ha fatto storcere il naso a molti, poiché potrebbe generare conflitti d’interesse. La due aziende, infatti, sono in gara per l’acquisizione della quota di maggioranza di Independent power transmission, gestore della rete elettrica greca. Secondo esimi analisti, poi, i conflitti d’interesse potrebbero estendersi a questioni geopolitiche di più ampio respiro, dunque non solo commerciali.

È altresì vero, però, che l’accordo prevede clausole preposte ad evitare le suddette situazioni. In particolare i due amministratori di Terna e Snam nominati da State Grid non potranno prendere parte ai rispettivi consigli di amministrazione nel momento in cui si discuteranno tematiche sulle quali i cinesi sono in conflitto di interesse. Inoltre gli stessi amministratori si asterranno «dal ricevere informazioni e/o documentazione da Terna e Snam in relazione a questioni sulle quali abbiano un conflitto di interesse».