Le leadership africana e cinese si incontrerà il 3 e il 4 settembre a Pechino per il Forum 2018 sulla cooperazione Cina-Africa, incentrato sulla cooperazione “Win-Win”. Si prevede che verranno conclusi accordi miliardari per progetti infrastrutturali, commerciali e di sviluppo. Ad oggi, la Cina ha fatto più di 142 miliardi di dollari in prestiti ai paesi africani, e il forum di quest’anno approfondirà questi legami finanziari, riporta VoA.
La sempre più forte presenza cinese nel Continente Nero ha fatto scattare il campanello d’allarme nella politica Usa sull’eccessiva dipendenza dai finanziamenti cinesi dei paesi africani, anche se all’orizzonte ci sono nuovi orizzonti nelle relazioni sino-africane e nuove opportunità per i leader africani di negoziare accordi che facciano gli interessi dei loro paesi.
All’inizio di agosto, 16 senatori americani hanno inviato una lettera al segretario del Tesoro Steven Mnuchin e al segretario di Stato Michael Pompeo per esprimere le loro preoccupazioni in merito ai prestiti cinesi legati allo sviluppo delle infrastrutture globali, il progetto della Nuova Via della Seta lanciato dal presidente Xi Jinping.
Nel complesso, la Cina rappresenta una piccola parte del debito complessivo dell’Africa, secondo la ricerca pubblicata dalla China Africa Research Initiative della Johns Hopkins University. In soli tre casi – Gibuti, Repubblica del Congo e Zambia – i ricercatori hanno scoperto che i prestiti cinesi sono il principale fattore di rischio del debito.
Il timore è che si ripeta quanto accaduto nel dicembre 2017 con lo Sri Lanka. Dopo che lo Sri Lanka ha incontrato problemi nel ripagare i suoi prestiti, la Cina ha rinegoziato i termini e ha eliminato il debito, in cambio della proprietà del porto di Ambantota e di 15.000 ettari di terreno circostante sotto forma di un contratto di locazione di 99 anni, riportava a giugno il New York Times.
Si innesca quindi il timore sulla sovranità di simili aree. C’è il timore che il debito cinese non sia solo una questione economica, ma possa rapidamente trasformarsi in un intervento politico, commerciale e anche militare.
Antonio Albanese