CINA. I muri di Pechino al confine con Myanmar e Vietnam

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La decisione della Cina di rafforzare i muri di confine con i suoi vicini del sud-est asiatico ha suscitato nuove tensioni. La Cina sta lavorando infatti a progetti non noti lungo i confini del Vietnam e del Myanmar. Il progetto in Vietnam, secondo Xinhua, prevede una recinzione di ferro alta 4,5 metri, sormontata da filo spinato, lungo il fiume Beilun. Costruito tra il 2012 e il 2017, il progetto da 29 milioni di dollari si estende per 12 chilometri, ed è lì per frenare il contrabbando di merci, droga e persone, riporta Abc.

Inoltre, una recinzione lunga 659 chilometri è stata completata a dicembre 2020 lungo i 2.000 chilometri del confine cinese con il Myanmar, tra la provincia cinese dello Yunnan e lo Shan del Myanmar, secondo Radio Free Asia e The Irrawaddy.

Stando al tabloid cinese Global Times dietro vi è la necessità della Cina di fermare la diffusione del Covid-19 e di prevenire il contrabbando, in alcuni casi i muri sono progettati non solo per tenere fuori il virus, ma per tenere dentro le persone; l’attività transfrontaliera illegale è stata un grande problema sia per la Cina che per il Vietnam dal 1979, quando è cessata la guerra tra i due paesi.

Venendo alla diffusione del Covid 19, il Vietnam ha riportato solo 1.500 casi e 35 morti, rispetto ai 98.000 casi e 4.798 morti della Cina; mentre il Myanmar ha riportato più di 130.000 casi e quasi 3.000 morti, e un’epidemia nei lavoratori migranti dal Myanmar il mese scorso ha portato a una seconda ondata del virus nella vicina Thailandia.

La costruzione del muro della Cina sul confine vietnamita rivela una crescente ansia economica, poiché il flusso migratorio è diventato bidirezionale invece che unidirezionale: decine di migliaia di lavoratori cinesi qualificati hanno lasciato la Cina per il Vietnam negli ultimi anni, secondo VnExpress, per il quale circa 33.770 cittadini cinesi lavoravano legalmente in Vietnam prima della pandemia.

Secondo Radio Free Asia, centinaia di lavoratori cinesi qualificati hanno lasciato la Cina per il Vietnam e alcune aziende manifatturiere hanno delocalizzato, a causa del crescente status economico del Vietnam. L’immigrazione illegale è un problema per entrambi i paesi: il mese scorso, il Vietnam ha rimpatriato almeno 29 migranti illegali dalla Cina, secondo i media vietnamiti. Anche più di 100 vietnamiti, che erano andati a lavorare in Cina illegalmente, sono rientrare illegalmente in Vietnam in un periodo di quattro giorni nel settembre dello scorso anno.

La provincia cinese dello Yunnan, che confina con il Vietnam, il Myanmar e il Laos, «è stata a lungo uno sbocco per l’etnia uigura e altri che cercano di ottenere asilo in Occidente», così come un corridoio per i rifugiati in fuga dalla Corea del Nord, secondo un articolo pubblicato da The Diplomat.

Secondo The Irrawaddy, l’esercito del Myanmar ha anche espresso alla Cina la sua obiezione sulla nuova struttura di confine a novembre, per il giornale del Myanmar la costruzione è in realtà in corso dal 2018, ed è stata a lungo una fonte di tensione tra le due nazioni.

Antonio Albanese