CINA. Hong Kong ancora in piazza a difesa della libertà

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Hong Kong si è preparata per ulteriori proteste, tra cui scioperi, rallentamenti dei trasporti e persino picnic, contro una proposta di legge sull’estradizione che consentirebbe di mandare i sospetti in Cina per il processo, nonostante questo la leadership della città ha promesso l’11 giugno di portare avanti lo stesso la legge. 

L’impegno di Carrie Lam Cheng Yuet-ngor di fronte alle proteste di massa ha evidenziato profonde preoccupazioni in vaste aree del polo finanziario asiatico due giorni dopo che centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il disegno di legge, riporta Channel News Asia.

Con un’uscita inusuale, anche gli imprenditori hanno avvertito che l’approvazione della legge sull’estradizione potrebbe minare la fiducia degli investitori in Hong Kong.

La legge sull’estradizione, che ha generato un’opposizione insolitamente ampia in patria e all’estero e ha fatto precipitare la città in crisi politica, prevede anche una seconda tornata di dibattiti il 12 giugno nel Consiglio legislativo della città. Il potere legislativo è controllato da una maggioranza favorevole a Pechino.

La polizia anti-sommossa ha Isolato l’edificio LegCo all’inizio di lunedì e si è scontrata con i manifestanti il 9 giugno.

Lam ha messo in guardia contro qualsiasi azione simile: «Invito le scuole, i genitori, le istituzioni, le società, i sindacati a considerare seriamente le conseguenze se sostengono queste azioni radicali». I gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente citato torture, detenzioni arbitrarie, confessioni forzate e problemi di accesso agli avvocati in Cina come motivi per cui il disegno di legge non dovrebbe procedere.

Una petizione online ha chiesto che 50.000 persone circondino il LegCo alle 22 di martedì e rimangano fino a mercoledì, quando ci si aspetta che la città controllata dai cinesi veda nuove proteste di massa e altre richieste di dimissioni di Lam.

Quasi 2.000 negozi al dettaglio, tra cui ristoranti, drogherie, librerie e caffetterie, hanno annunciato l’intenzione di scioperare, secondo un sondaggio online; scuole, piccoli alberghi, studi legali, assistenti sociali e quasi 4.000 insegnanti hanno anche detto che avrebbero scioperato.

La diocesi cattolica di Hong Kong ha invitato il governo a non approvare “in fretta” la legge e ha esortato tutti i cristiani a pregare per l’ex colonia britannica.  Un sindacato del personale affiliato a un gruppo di lavoro a favore della democrazia sotto la New World First Bus Company ha invitato i suoi membri a guidare alla velocità di 20-25 km/h per dimostrare la loro opposizione alla legge proposta. Un post di Facebook ha invitato la gente a fare un picnic vicino agli uffici governativi mercoledì mattina, descrivendo l’area come “tra i migliori luoghi di picnic”. Il post ha attirato quasi 10.000 risposte da parte di persone che promettono di partecipare.

D’altro canto, il governo di Pechino sostiene fermamente il governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong nel modificare la legislazione sull’estradizione e si oppone a qualsiasi intervento straniero negli affari legislativi di Hong Kong, ha detto il ministero degli esteri cinese, ripreso da Global Times. 

Dopo la proteste e gli scontri, Carrie Lam Cheng Yuet-ngor ha dichiarato che il governo di Hong Kong non ritirerà la legge sull’estradizione, ma si è impegnato a spiegarne ulteriormente lo scopo per alleviare le preoccupazioni del pubblico, secondo Radio Television Hong Kong.

Antonio Albanese