CINA. “Gerusalemme capitale innescherà aspri conflitti”

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La Cina prevede ulteriori conflitti in Medio Oriente a seguito della decisone degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, che a sua volta sconvolgerebbe i suoi piani di investimento nella regione. Secondo Scmp, Pechino ha ampie relazioni economiche e militari con Israele, ma mantiene anche stretti legami con la Palestina.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha detto che il piano del Presidente Donald Trump innescherà un’escalation militare.

La Cina ha sostenuto i palestinesi nella costruzione di uno Stato indipendente e pienamente sovrano, prendendo come base i confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale.

Cina e Israele hanno stabilito relazioni diplomatiche solo nel 1992, ma i due paesi hanno iniziato la cooperazione militare nel 1979. Le armi e le attrezzature hi-tech acquistate da Israele hanno aiutato lo sviluppo militare della Cina negli ultimi decenni, e Pechino è ora interessata ad acquistare altre tecnologie avanzate, in settori come l’agricoltura e l’energia pulita, dalla nazione mediorientale.

Gli scambi commerciali tra i due paesi hanno subito una rapida accelerazione, dall’inizio del millennio, salendo a 11,4 miliardi di dollari nel 2015, da appena 1,1 miliardi di dollari nel 2000. La Cina è ora il terzo partner commerciale di Israele dopo gli Stati Uniti e l’Unione europea è la seconda destinazione di esportazione. Mentre la Cina tenta di espandere il suo raggio d’azione in Medio Oriente, attraverso la sua “Belt and Road Initiative”, qualsiasi turbolenza tra Israele e Palestina sarebbe motivo di preoccupazione.

Questo spostamento dell’ambasciata degli Stati Uniti susciterà sentimenti antiamericani in Medio Oriente e alimenterà l’estremismo islamico, il che avrebbe un impatto negativo sull’impegno globale contro il terrorismo, riporta il giornale.  

Da parte sua, la Cina da tempo sostiene politicamente i palestinesi. È stato tra i primi gruppi di paesi a riconoscere lo stato della Palestina nel novembre 1988, e in diverse occasioni ha votato a suo favore presso le Nazioni Unite anche nel 2012, quando allo Stato è stato concesso lo status di osservatore non membro. A luglio, quando ha incontrato il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il presidente cinese Xi Jinping ha presentato una “proposta in quattro punti”, sottolineando la sicurezza sia per Israele che per la Palestina e chiedendo un maggiore coordinamento e sviluppo internazionale nella regione.

La mossa unilaterale dell’Amministrazione Trump non cambierà la posizione della Cina sulla questione, né le sue relazioni con Israele e Palestina.

Tommaso dal Passo