CINA. Ecco cosa pensa Stoccolma di Pechino

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La Svezia ha presentato un documento strategico per la Cina che illustra in dettaglio le preoccupazioni di Stoccolma riguardo ai legami Pechino-Mosca e invita l’Unione europea ad adottare una posizione “comune e chiara” per “gestire le sfide” poste dalle crescenti ambizioni geopolitiche della Cina in Europa.

Pubblicato il 2 ottobre, un giorno dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato nel 70° anniversario della Repubblica Popolare che “nessuna forza” avrebbe potuto ostacolare i progressi della Cina, il documento arriva perché le relazioni della Svezia con la Cina sono al minimo tra tutti i paesi membri dell’UE.

L’ex libraio di Hong Kong Gui Minhai, cittadino svedese nato in Cina, ha trascorso gran parte degli ultimi quattro anni in detenzione per aver pubblicato materiali politicamente sensibili.

Inoltre, la proliferazione degli investimenti cinesi in tutta Europa sta costringendo la Svezia, paese tradizionale sostenitore del libero scambio, a prendere in considerazione un meccanismo nazionale di screening degli investimenti, riporta Scmp. 

Il documento di strategia svedese “«invita alla cooperazione tra l’UE e gli Stati Uniti per far fronte alle sfide in materia di sicurezza derivanti dall’ascesa globale della Cina», ha dichiarato Bjorn Jerden, responsabile del programma Asia presso l’Istituto svedese per gli affari internazionali.

Secondo il documento, anche il crescente legame della Cina con la Russia sta alimentando le preoccupazioni dei politici di Stoccolma: «Il rapporto della Cina con la Russia si sta sviluppando, anche se legato all’incertezza (….) Questo rapporto è legato insieme da un interesse comune a cambiare il sistema internazionale a vantaggio di entrambi i paesi», si legge nel documento, che il ministero degli Esteri svedese ha pubblicato dopo aver raccolto i contributi dei principali leader dei partiti parlamentari del paese.

Il documento di Stoccolma ha anche richiamato l’attenzione sulle preoccupazioni della Svezia riguardo agli sforzi della Cina per ottenere «una maggiore influenza sull’Artico». L’anno scorso, la Cina si è spostata per estendere all’estremo nord il suo massiccio progetto infrastrutturale, la Belt and Road Initiative, sviluppando le rotte di navigazione che il riscaldamento globale ha aperto nella regione polare. Duplicando le nuove rotte proposte, la Polar Silk Road di Pechino intende incoraggiare le imprese a costruire infrastrutture e condurre viaggi di prova commerciali lungo le rotte di navigazione nell’Artico.

Antonio Albanese