CINA. Ecco come funziona il distopico credito sociale di Pechino

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La Cina ha molto pubblicizzato il sistema di credito sociale; questo sistema si basa su una serie di ricompense e punizioni volte a incoraggiare le persone e le imprese a rispettare le regole e a promuovere l’integrità e l’affidabilità nella società in generale.

Secondo il piano ufficiale pubblicato nel 2014, entro il 2020 verrà introdotto un sistema nazionale per «consentire ai soggetti degni di fiducia di beneficiare ovunque vadano, rendendo difficile per i discreditati compiere un solo passo», riporta Scmp. 

Ma mentre le autorità cinesi abbracciano le nuove tecnologie dell’informazione per monitorare, gestire e controllare il pubblico come mai prima d’ora, la prospettiva di un sistema di credito sociale capillare ha suscitato allarme in tutto il mondo, soprattutto con il controllo sempre più stretto sulla società civile, l’attivismo per i diritti e la religione.

George Soros, al World Economic Forum di Davos, ha detto che lo schema cinese era «spaventoso e ripugnante», e «avrebbe subordinato il destino dell’individuo agli interessi dello Stato monopartitico».

Soros ha anche definito il presidente cinese Xi Jinping «il più pericoloso oppositore delle società aperte». Qualche mese prima, il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence lo aveva descritto come «un sistema orwelliano basato sul controllo di praticamente ogni aspetto della vita umana».

Sulla carta il sistema sembra funzionare attraverso un algoritmo che detta la vita di 1,4 miliardi di persone attraverso un punteggio a tre cifre, con l’aggiunta o la detrazione di punti in tempo reale sotto gli occhi vigili di dispositivi di sorveglianza alimentati dall’Ia.

Nella realtà, solo alcune città pilota hanno dei punteggi e anche in questo caso ognuno di loro lo fa a modo suo. Non c’è nemmeno un punteggio nazionale standardizzato di credito sociale per tutti, perché c’è una complessa rete di sistemi gestiti da diversi ministeri, livelli di governo e regioni interconnessi dalla condivisione dei dati.

Ogni cinese adulto, compresi i lavoratori migranti, inizia con 1.000 punti, e ci sono più di 200 modi per guadagnare o perdere punti. I punti vengono aggiunti per il volontariato, la donazione di sangue, la segnalazione di prodotti contraffatti e l’attrazione di investimenti per la città. Si perdono punti per violazione delle regole del traffico, violazione delle politiche di pianificazione familiare, violazione dei contratti e evasione fiscale.

Benefici possono essere visite mediche gratuite, 30 metri cubi di acqua gratuita all’anno, uno sconto di 300 yuan sulle bollette del riscaldamento, concessioni sui prestiti bancari e così via. 

Chi perde i punti può perdere l’accesso ai sussidi governativi, non può candidarsi per posti di lavoro governativi o partecipare a gare d’appalto, ha restrizioni sui prestiti, ad esempio. 

Esistono anche delle liste nere di trasgressori gravi: coloro che non rispettano le leggi e i regolamenti possono essere puniti da molteplici agenzie in decine di settori, dalla sicurezza alimentare e la protezione ambientale al turismo, la tassazione, il commercio elettronico, la finanza e il settore immobiliare. La più nota di queste liste nere è l’elenco della Corte Suprema del Popolo: quanti non rispettano le sentenze possono essere esclusi dal prendere voli e treni ad alta velocità, soggiornare in alberghi di lusso e iscrivere i loro figli nelle scuole private. Nel 2018 è stato bloccato l’acquisto di 17 milioni di biglietti aerei e 5,4 milioni di biglietti ferroviari ad alta velocità.

Graziella Giangiulio