CINA. Dove non arriva la Marina di Pechino arriva COSCO

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La cinese Cosco ha continuato a trasportare merci e altro da e verso la Russia. Il continuo trasporto di greggio russo verso la Cina da parte del gruppo con sede a Shanghai ha fornito «un aiuto economico alla Russia», afferma GlobalData ripresa da Nikkei.

Cosco di fatto promuove il nuovo ordine di sicurezza globale di Xi Jinping; l’Esercito Popolare di Liberazione sta organizzando il più grande potenziamento navale mai visto al mondo in tempo di pace, coinvolgendo il settore privato in uno sforzo che Pechino definisce “fusione militare-civile”.

A marzo di quest’anno, Cosco Shipping possedeva e gestiva più di 400 navi portacontainer in entrata e in uscita da 558 porti in tutto il mondo, oltre ad altre centinaia di navi cisterna e altre imbarcazioni. La sua filiale portuale è ora tra i primi tre maggiori operatori portuali del mondo.

La marina cinese può avere solo una base all’estero – a Gibuti, nel Corno d’Africa – ma il rifornimento e altri tipi di supporto logistico sono in teoria disponibili ovunque Cosco operi. Nel 2019, il ministero della Difesa cinese ha annunciato il successo del rifornimento della fregata Linyi della marina militare cinese da parte della nave container Fuzhou della Cosco battente bandiera di Hong Kong. Il test, noto come rifornimento in corso, ha rappresentato una «svolta” per consentire alla Marina cinese di spingersi in alto mare», si legge in un comunicato del ministero.

La rete globale Cosco permette alla Marina di Pechino di risolvere problemi logistici e di approvvigionamento al di fuori dell’immediata periferia marittima della Cina.

Cosco ha rapporti diretti con diverse entità all’interno dell’industria della difesa cinese: ad aprile il presidente della Commissione Militare Centrale, cioè il presiedere Xi Jinping, ha visitato il terminal container internazionale Yangpu della Cosco sul Mar Cinese Meridionale.

Nell’estate del 2020, il traghetto civile Bang Chui Dao, di proprietà della Cosco, è stato coinvolto in esercitazioni di sbarco anfibio che avrebbero contribuito a preparare un’invasione di Taiwan. Nonostante la vicinanza della COSCO all’esercito cinese, il governo di Taiwan le consente di effettuare spedizioni da e verso i porti taiwanesi.

Come altre aziende, Cosco ha un comitato di partito e, in quanto azienda di Stato, lavora a stretto contatto per allineare la strategia aziendale agli interessi di Pechino. Il suo presidente, Xu Lirong, è segretario del comitato di partito della società ed è stato rappresentante al Congresso Nazionale del Popolo nel marzo di quest’anno, sottolineando il suo status politico all’interno del Pcc.

La famiglia aziendale Cosco comprende diverse società quotate in borsa, tra cui Cosco Shipping Holdings, quotata a Hong Kong nel 2005 e a Shanghai nel 2007, e la sua controllata Cosco Shipping Ports, quotata a Hong Kong.

La Cosco Shipping Ports ha registrato un fatturato di 1,2 miliardi di dollari nel 2021, in crescita del 20,7% rispetto all’anno precedente, con un utile operativo in aumento del 25,9% a 171 milioni di dollari.

In Asia, oltre a Taiwan, la società ha partecipazioni portuali a Singapore e Busan in Corea del Sud. Ma è in Europa e in Medio Oriente che si trova la maggior parte del suo portafoglio all’estero, con partecipazioni ad Abu Dhabi, in Egitto, in Spagna, nei Paesi Bassi e altrove. Al centro di questa rete di partecipazioni, la partecipazione del 67% nel porto più grande della Grecia, il Pireo, è il suo gioiello della corona: l’unico porto in Europa in cui Cosco detiene una quota di controllo dell’intero porto, oltre a possedere il 100% dei terminal container.

Luigi Medici