Disoccupazione nel Celeste Impero

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CINA – Pechino 26/08/2016. La Cina non ha manipolato i suoi dati sulla disoccupazione. Il tasso di disoccupazione urbano registrato era del 4.05 per cento in giugno, stabile rispetto a quello di marzo, 4,04.

Il tasso di disoccupazione di 31 grandi città è stata del 5 per cento a giugno, in lieve calo da 5,02 a maggio. La disoccupazione, riporta Xinhua, riflette la performance dell’attuale politica economica.
La registrazione dei tassi di disoccupazione mensile ha avuto inizio nel 2009 per completare il tasso registrato trimestrale e rendere i dati più accurati. In Cina, i licenziamenti in Cina sono in aumento a causa del rallentamento dell’economia e in particolare per la chiusura di acciaierie, miniere di carbone e altre aziende per eccesso di capacità. Si prevede che dal 2016 al 2020, circa 1,8 milioni di lavoratori del settore carbone e acciaio potrebbero essere licenziati e dovranno esser e reimpiegati; nell’equazione va anche considerato l’uso più ampio della robotica industriale che potrebbe peggiorare le cose. A quesi dati vanno aggiunti gli oltre 7 milioni di laureati che ogni anno cercano di entrare nel mondo del lavoro. Nella prima metà del 2016, sono stati creati nelle città cinesi 7,17 milioni di posti di lavoro, pari al 71,7 per cento del target annuale della Cina di 10 milioni di posti di lavoro urbani. I dati ufficiali nel mese di luglio hanno mostrato che per ogni lavoratore in cerca di lavoro c’è stata una media di 1,05 posizioni disponibili; inoltre, i lavoratori provenienti da aree contadine possono tornare alla loro terra d’origine, avviando piccole imprese nelle loro città di origine. Questa migrazione flessibile bidirezionale può aggiungersi all’offerta di lavoro urbano e mitigare la pressione della disoccupazione, riporta Xinhua. Il crescente settore dei servizi, a seguito della ristrutturazione economica, ha fornito un numero crescente di posti di lavoro. Nel 2004, il settore dei servizi aveva impiegato il 30,6 per cento della forza lavoro della Cina. Salito poi al 40,6 per cento nel 2014 e si prevede un aumento al 50 per cento entro il 2020. Le imprese basate su Internet sono tra i più grandi datori di lavoro: Didi ha detto di aver creato circa 3,9 milioni di posti di lavoro in 17 province; Alibaba aveva creato più di 15 milioni di posti di lavoro alla fine del 2015; il numero di persone che lavorano nel settore della logistica è passato da 600mila nel 2010 a 2,03 milioni nel 2015.