
La provincia cinese del Guangdong, un importante polo tecnologico sulla costa sud-orientale, prevede di spostare alcuni dei suoi grandi centri dati in nuovi siti sotto il mare nel tentativo di abbassare l’uso di energia, secondo il piano pubblicato il 14 dicembre.
I centri dati, riporta AF, sono divenuti uno dei maggiori consumatori industriali di energia elettrica; se costruirli sott’acqua ridurranno la necessità di tecnologia di raffreddamento, che può arrivare a rappresentare circa un terzo del consumo totale di elettricità di una struttura.
Grandi città come Guangzhou, Shenzhen e Zhuhai saranno incoraggiate a trasferire “centri dati ad alto consumo energetico” in località sottomarine, secondo il piano quinquennale di sviluppo dell’economia marina, presentato dalle autorità cinesi. Il governo provinciale fornirà supporto per i relativi progressi tecnologici.
Il piano arriva sulla scia degli sforzi della provincia meridionale cinese di Hainan, che ha iniziato a lavorare sul primo centro dati commerciale sottomarino del mondo, con l’obiettivo di completarlo in cinque anni.
Nel 2018, Microsoft ha immerso un data center non commerciale delle dimensioni di un camion a una profondità di circa 35 metri nel mare al largo della Gran Bretagna. Il centro dati in miniatura è stato recuperato l’anno scorso, e Microsoft ha dichiarato l’esperimento un successo.
Greenpeace ha avvertito che il consumo di elettricità dai data center cinesi e dalle stazioni base 5G è destinato a quadruplicare dal 2020 al 2035, rendendo il settore una delle fonti in più rapida crescita delle emissioni di anidride carbonica capaci di riscaldare il pianeta.
Gli ambientalisti hanno anche espresso preoccupazione, tuttavia, per l’impatto dell’aumento della temperatura dell’acqua e dell’inquinamento acustico dei data center sottomarini sulla vita marina circostante. In precedenza, il ministero dell’industria cinese ha detto quest’anno che avrebbe esortato i centri dati a fare pieno uso di energia rinnovabile e li avrebbe incoraggiati a costruire i propri impianti di energia rinnovabile.
Antonio Albanese