CINA. Con Pyongyang nella lista nera, ci rimetteranno le banche straniere

296

La Cina ha esortato tutti gli attori ad alleggerire le tensioni nella penisola coreana dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato di aver inserito nuovamente la Corea del Nord nella lista degli stati sponsor del terrorismo.

«La Cina spera che le parti interessate possano fare di più per alleviare le tensioni e aiutare tutte le parti interessate a tornare ai negoziati e alla giusta via per risolvere la questione nucleare nordcoreana attraverso il dialogo e i colloqui», ha dichiarato Lu Kang, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, citato da Global Times.

«Questa designazione imporrà ulteriori sanzioni alla Corea del Nord (…) e sostiene la nostra massima campagna di pressione per isolare il regime», ha dichiarato Trump, ripreso da Cnn; gli ha fatto eco Rex Tillerson: «Inaspriamo la pressione sul regime di Kim, con l’intenzione di fargli capire che la situazione non farà altro che peggiorare fino a quando non sarà pronto a venire a parlarne».

I media statali nordcoreani hanno pubblicato il 21 novembre una serie di accuse a Trump, anche se non era chiaro se fossero legati al ritorno di Pyongyang nella lista nera Usa: «I crimini orribili commessi dal folle presidente degli Stati Uniti sono una palese sfida alla dignità della suprema leadership della Corea del Nord», riporta Rodong Sinmun,  «coloro che calpestano e si fanno beffe della dignità della Corea del Nord non possono mai andare in giro senza scottarsi».

Iran, Sudan e Siria erano gli unici tre paesi che, prima dell’annuncio del 20 novembre, erano stati etichettati dagli Stati Uniti come sponsor del terrore. La Corea del Nord era stata cancellata dall’elenco dall’ex Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, nel 2008 come parte di un tentativo di salvare l’accordo nucleare con il paese.

Sul sito web del dipartimento di Stato degli Stati Uniti si trova la tipologia delle sanzioni che andranno a colpire la Corea del Nord: restrizioni sulla ricezione di assistenza estera degli Stati Uniti; divieto sulle esportazioni e vendite di materiale militare; controlli sulle esportazioni di beni dual use; restrizioni finanziarie.

Pechino teme ripercussioni commerciali di diverso genere visto che, rispettando le sanzioni Onu, continua ad avere flussi commerciali attivi con Pyongyang; ma l’impatto iniziale toccherà le banche straniere coinvolte in simili flussi. 

Antonio Albanese